Formazione strategica per superare la crisi per 8 aziende su 10
Emanuele Castellani (Cegos Italia): nel post lockdown emerge per le imprese l'importanza di mantenere il presidio formativo. Per il futuro si punta su soft skill e soluzioni blended
Nonostante le difficoltà del contesto COVID-19, la formazione resta strategica per l'84% delle aziende. In autunno 4 realtà su 10 continueranno in prevalenza in digitale, mentre per il 2021, nel 59% dei casi, si privilegerà un approccio blended con un crescente mix di modalità per potenziare soprattutto le soft skill utili alle sfide del nuovo scenario. Al centro di un'esperienza efficace anche nel caso delle aule virtuali, resta l'interazione con il docente e il coinvolgimento attivo dei partecipanti.
Questi in sintesi alcuni dati emersi dalla Survey Decoding the Future of Learning: Post Lockdown condotta tra giugno e luglio da Cegos Italia, tra i principali player nel Learning & Development, per monitorare l'evoluzione e i trend della formazione nel nuovo contesto.
Nello scenario "new normal" la strategicità della formazione non è in discussione per l'84% degli intervistati: di questi il 25% dichiara, anzi, un aumento del budget per lo sviluppo di competenze cruciali per il business e per il futuro, quali la digitalizzazione e il lavoro da remoto. Il 59%, pur riducendo le risorse alla luce degli stravolgimenti legati a COVID-19, manterrà gli investimenti sugli interventi formativi ritenuti essenziali. Solo il 16% sospenderà temporaneamente il budget previsto per destinarlo ad altre sfide.
La pandemia ha imposto di ripensare le modalità di erogazione; la maggioranza delle aziende (75%) ha incrementato il ricorso alla formazione digitale, utilizzando prevalentemente webinar e virtual classroom e, in seconda battuta, moduli eLearning registrando sulle modalità sincrone i più elevati livelli di soddisfazione.
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