Impresa: voglia di anarchia organizzativa?
Siamo circondati da organizzazioni che non amiamo e che sostengono costi crescenti per attrarci, coinvolgerci e renderci produttivi. Questo circolo vizioso va interrotto
Questa settimana propongo un testo davvero provocatorio (attenzione, nella sua accezione più positiva del termine). Ci riferiamo a "Freedom Management. Organizzazioni centrate sulla libertà dell'individuo", di Luca Solari, docente universitario a Milano, edito da FrancoAngeli per la collana HR Innovation curata con AIDP.
Il testo parte da un assunto di fondo quanto mai attuale: le organizzazioni, in primis quelle del mondo del lavoro, sono strutture adatte ai tempi moderni? Evidentemente no, verrebbe da dire, soprattutto alla luce di due fattori. L'esplosione tecnologica e l'affermarsi di nuove modalità di lavoro, e conseguenti funzioni; il COVID-19, che ha di fatto imposto in poche settimane uno stravolgimento, almeno del lavoro non fisico, e la sua riorganizzazione su nuovi crismi.
Pandemia a parte, l'organizzazione deve essere riconsiderata, mettendo al centro il ruolo che l'individuo deve ricoprirvi. L'Autore, forte della sua lunga attività di ricerca sul campo, analizza attentamente modelli e conseguenti evoluzioni organizzative, convinto che se da un lato la tecnologia semplifica la vita, dall'altro la mente dell'individuo deve essere lasciata libera di sperimentare, sbagliare e correggersi, anche sul lavoro.
Questo percorso, semplifichiamo, disegna nuove traiettorie che coinvolgono il concetto stesso di competenza, di ruolo, di mansione, di organizzazione e tempo del lavoro. Un sistema più snello ed agile, dove il valore aggiunto e il contributo che ogni individuo è chiamato a portare si disegna sulle proprie esperienze e inclinazioni.
Un sistema, diciamolo, sulla carta chiaro, ma nella pratica pericolosamente fragile, che richiede, e qui sta forse il vero tema, e impone al management un forte sforzo intellettuale.
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