Come beneficiare di un dollaro meno forte
Gilles Prince (E. de Rothschild): l'osservazione dei cicli a lungo termine della valuta USA confermerebbe che ci troviamo al punto più alto del ciclo che dovrebbe aprire un periodo prolungato di debolezza
Alla base dell'indebolimento del dollaro vi è essenzialmente la concomitanza di preoccupazioni a breve termine. Innanzitutto i tassi di interesse USA sono diminuiti in modo significativo allineandosi al contesto universale di tassi bassi a livello globale. Di conseguenza, il mercato del reddito fisso statunitense e le operazioni di carry trade hanno perso interesse su base relativa, aspetti che portano ad una minore domanda di biglietti verdi. Inoltre, dato che i differenziali dei tassi d'interesse rispetto all'euro, per esempio, sono scesi da livelli proibitivi, la copertura valutaria sta diventando meno costosa tornando quindi ad essere una valida opzione per gli investitori. Poi, l'uscita dalla crisi dei mercati finanziari fa sì che il dollaro perda il suo ruolo di bene rifugio. Il dollaro si comporta come una valuta anticiclica e quindi una ripresa economica globale comporterebbe anche una minore domanda di valuta americana. Riscontriamo anche un rinnovato interesse a favore dell'Euro sulla scia di una politica fiscale più ampia e più coordinata nel Vecchio Continente.
Un altro aspetto riguarda le aspettative di inflazione, tema su cui il recente mutato atteggiamento della FED ne suggerirebbe un ulteriore aumento, rendendo di fatto il dollaro meno interessante dinanzi alla probabilità che i tassi di interesse americani rimangano bassi. In Europa il rafforzamento della valuta esercita l'effetto opposto suggerendo una correzione al ribasso delle stime di inflazione.
Alla luce del recente indirizzo delle Banche centrali, ci aspettiamo che le attuali politiche accomodanti rimangano in vigore per un lungo periodo di tempo. Come per un cambiamento strutturale, l'osservazione dei cicli a lungo termine del tasso di cambio reale del dollaro confermerebbe che ci troviamo al punto più alto del ciclo che dovrebbe aprire un periodo prolungato di debolezza per la divisa statunitense. Riteniamo tuttavia che il dollaro non debba essere abbandonato troppo rapidamente dato che il relativo percorso di ripresa economica americano previsto dovrebbe essere a favore degli Stati Uniti, rendendo gli USA un'opzione di fatto inevitabile nella costruzione di un qualsiasi portafoglio. Per quanto riguarda il dollaro, i portafogli dovrebbero poi essere adeguati in maniera tattica e non strategica.
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