Mercati: fine primo tempo
Tobagi (Invesco): il 2020 è stato un anno complicato, per gli investitori e (sfortunatamente) non solo. Facciamo alcune considerazioni a metà percorso
I primi sei mesi del 2020 ce li ricorderemo a lungo. O forse si dice sempre così e poi la storia insegna che quasi sempre gli esseri umani hanno una memoria molto corta, anche di fronte a eventi di portata inaudita. Comunque, c'è una sorta di simmetria gradevole in quello che è successo sui mercati: la pandemia di COVID-19, iniziata in Cina a fine gennaio e ufficializzata dall'OMS in Marzo, ha influito sui movimenti dei mercati finanziari spaccando di fatto il semestre a metà: un primo trimestre di crolli, concentrati soprattutto fra fine Febbraio e il 19 Marzo e un secondo trimestre di potenti rimbalzi, che ha addirittura portato l'inossidabile Nasdaq su nuovi massimi storici.
La domanda principale che in tanti ci poniamo oggi nasce proprio da questo contrasto stridente fra il rimbalzo dei mercati e il fatto che l'economia globale sia entrata da poco in una fase di debolezza - diciamolo pure: recessione in molti Paesi. Siamo di fronte a un ottimismo irrazionale dei mercati? Oppure i mercati stanno correttamente anticipando una ripresa molto vigorosa? Oppure ancora la quantità senza precedenti di stimoli monetari e fiscali (i primi soprattutto) può avere un effetto positivo sui mercati finanziari abbastanza indipendentemente da quello che succede all'economia reale sottostante?
Queste domande sono la portata principale, ma anche quelle di contorno non sono male e spaziano dalle valutazioni azionarie, che molti giudicano elevate, alla possibile durata di questo movimento rialzista di mercato.
So di deludere chi legge, ma dico subito che purtroppo non ho risposte certe da dare a questa lunga serie di interrogativi. In generale, la mia opinione è che gli stimoli senza precedenti immessi nell'economia e nel sistema finanziario globale possano consentire ai mercati di vivere una vita più autonoma del solito dall'andamento dell'economia reale. Per quanto riguarda quest'ultima, mi sembra che lo scenario di base, soprattutto nel breve e medio periodo sia ancora quello di una debolezza diffusa. Quindi l'onere della prova di esserci spostati in una fase di ripresa, dopo la fase di recessione, ricade sulle spalle dell'economia stessa. Ma, appunto grazie anche al contributo degli interventi di politica fiscale e monetaria, le aspettative di ripresa potrebbero rimanere vive e i mercati potrebbero alimentarsi anche di tale fiducia.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo