I lavoratori da remoto ora sono più consapevoli nei confronti della cybersecurity
Dolcini (Trend Micro): i comportamenti a rischio sono ancora molti. Le aziende devono tenere ben presenti le differenze all'interno della propria forza lavoro e insistere sulla formazione e sulla consapevolezza
Durante il lockdown, il 73% degli italiani che ha lavorato da remoto ha sviluppato una maggior consapevolezza nei confronti della cybersecurity, ma i comportamenti a rischio sono ancora molti. Il dato emerge dall'ultima ricerca Trend Micro, leader globale di cybersecurity, dal titolo "Head in the Clouds".
Lo studio aveva l'obiettivo di approfondire l'attitudine dei lavoratori da remoto nei confronti delle policy aziendali IT e di cybersecurity e ha rivelato che il livello di security oggi è alto più che mai, con l'88% dei dipendenti italiani (85% Global) che dichiara di osservare attentamente le istruzioni del Team IT e l'86% (81% Global) d'accordo nell'affermare che la sicurezza della propria azienda è parte integrante delle responsabilità di ognuno. Inoltre, il 64% (64% Global) riconosce che l'utilizzo di applicazioni non ufficiali sui dispositivi aziendali costituisce un rischio.
Purtroppo, riconoscere i rischi non sempre favorisce comportamenti responsabili. Per esempio:
- il 51% (56% Global) dei dipendenti ammette di utilizzare applicazioni non ufficiali sui dispositivi aziendali e il 34% (66% Global) custodisce dati corporati in queste applicazioni;
- il 74% (80% Global) confessa di utilizzare il computer aziendale per navigare a scopi privati, ma il 79% (36% Global) ha impostato delle restrizioni ai siti che possono esser visitati;
- Il 37% (39% Global) afferma di accedere spesso a dati aziendali da un dispositivo personale, violando le policy di sicurezza corporate;
- L'11% (8% Global) ammette di accedere a siti pornografici attraverso il PC aziendale e il 5% (7% Global) al dark web;
- Il 21% consente l'accesso al dispositivo aziendale ad altre persone non autorizzate, come il partner (69%), gli amici o altri familiari (31%) e i bambini (21%).
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