L'impatto sul settore non è ancora evidente, ma le insurtech stanno cambiando l'intera filiera
Non esiste settore che oggi non sia investito dal digitale. Tra tutti, quello assicurativo sembrerebbe quello più restio ad adeguarsi, ma in realtà non è così. Ne abbiamo parlato con Simone Ranucci Brandimarte, Presidente dell' Italian Insurtech Association. L'IIA è un'ente senza scopo di lucro costituita da tutte le componenti della filiera del mercato assicurativo (compagnie e broker; banche e intermediari finanziari; società specializzate in tecnologie abilitanti e marketing digitale assicurativo).
Quali sono le finalità dell'associazione?
L'Associazione ha l'obiettivo di accelerare l'innovazione dell'industria assicurativa attraverso formazione tecnica, condivisione di best practice tecnologiche, generazione di sinergie tra gli associati e confronto con le istituzioni nazionali e internazionali.
E com'è questo settore in questa fase storica?
Il settore assicurativo è nel mezzo di una rivoluzione digitale che, rispetto ad altri settori è iniziata tardiva. Il digitale sta imponendo nuove regole e nuove esigenze, nascono nuove richieste rispetto alle quali le compagnie assicurative, anche a livello europeo, non sono molto preparate.
La tecnologia permette di creare un'offerta assicurativa nuova, profilata e basata sull'esigenza del consumatore. E' qualcosa di diverso, molto spesso contestuale e anche differente da quella tradizionale. Nascono offerte micro o on demand che sono molto apprezzate dal consumatore digitale.
Quindi qualcosa di naturale?
In realtà c'è un gap fra quella che è l'offerta a tendere e quali sono le competenze attuali del comparto assicurativo in grado di erogarla. Un gap in termini di tecnologia, ma anche in termini di capacità di servizio e in termini di regolamentazione. Si tratta di un gap culturale cultura che abbiamo visto anche in altri settori. La mia esperienza deriva dall'eCommerce e dal FinTech e quindi ho ben presente che serve un approccio diverso alla filiera.
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