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Editoriale
Aspettando Godot. L'Europa che non arriverà
A cosa serve questa Unione Europea?
La domanda se la pongono in molti e non solo in Italia. Siamo contributori netti da sempre e per pagare le nostre quote aumentiamo il debito pubblico. Ci indebitiamo per foraggiare una istituzione che però ci dice di abbassare il debito, tagliando le spese, ma per la parte che riguarda i cittadini, non Bruxelles. Anzi, ci "consigliano" altri prestiti (sempre con i nostri soldi) ma solo a condizione che li spendiamo come piace a loro. Che si chiami MES, SURE o Recovery Fund, sempre dalle tasche dei cittadini vengono i soldi che poi verranno in percentuale ritornati sotto forma di prestito (con condizioni).
Per MES, ex fondo salva stati, e SURE abbiamo già versato circa una sessantina di miliardi. Il Recovery Fund sarà finanziato da ulteriori tasse per aziende e famiglie.
E queste sarebbero le risposte che ci si attendeva per una nazione alle prese con la peggior crisi dal dopoguerra? Chiaro che la gente è delusa. Sono stati normati i diametri legali per la commercializzazione di vongole e piselli ma i trattati vietano espressamente gli aiuti diretti agli stati, cosa che ci ricordano ad ogni occasione. Solidarietà solo a parole. "Dovete imparare a reggere da soli i vostri pantaloni", è una delle frasi uscite dal meeting in Olanda dal Premier Conte. Abbiamo già visto tutta la solidarietà europea in occasione dei vari terremoti, delle ondate di sbarchi di immigrati e adesso anche della pandemia. Da Bruxelles ci invitano caldamente ad arrangiarci e qualcuno chiede ancora "più Europa"?
Questa Europa a trazione tedesca, che non esita a bacchettarci su qualsiasi cosa ma ovviamente pretende la nostra quota - siamo contributori netti - per entrare a far parte di un circolo in cui ci trattano come camerieri? Le nostre PMI, le partite IVA, gli artigiani e commercianti non sono multinazionali, ma è un sistema che funzionava da sempre. La pandemia, ma soprattutto la mancanza di coraggio e di idee di questo governo, stanno portando alla chiusura di una percentuale letale di aziende e negozi, che non riapriranno più.
Bankitalia ci dice che le famiglie hanno soldi al massimo per i prossimi tre mesi. Se non arriveranno soldi veri sui conti correnti in autunno saranno in moltissimi ad essere in difficoltà serie.
Molti rischiano anche di perdere la casa e il lavoro. Qualcuno avverta il governo che non è con i bonus fiscali che si va a fare la spesa. Occorreva davvero "fare da soli" ed emettere 100-200 mld di titoli pubblici già a marzo o aprile, e poi distribuire il ricavato a imprese e famiglie. Soldi veri.
Invece nulla, si è preferito aspettare l'Europa Godot. Prima del lockdown c'erano già segnali di frenata dell'economia, ma adesso c'è la certezza che la crisi spazzerà via una fetta importante del nostro tessuto produttivo. E l'Europa litiga su prestiti che forse arriveranno dal 2021 in comode rate. Del resto è il semestre tedesco. I Paesi che puntano sull'export scopriranno presto che avranno perso il cliente Italia ma verranno a comprare i nostri asset a prezzo di svendita. Nel frattempo, che cosa risponderà il governo ad una popolazione inferocita?
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