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10/06/2020

idee

Se le restrizioni dureranno per più di 3 mesi molte attività raggiungeranno il punto di non ritorno

 

Rovere (Duff & Phelps): una valutazione corretta e indipendente assume un'importanza cruciale per permettere alle aziende di effettuare scelte strategiche per superare le grandi difficoltà che stanno attualmente attraversando

Una recente ricerca globale effettuata tra i principali fund manager di investimenti alternativi svolta da Duff & Phelps, Società di consulenza che opera a livello globale, ha rivelato che circa la metà (il 47%) degli intervistati ritiene che un periodo di tre mesi costituisca il "punto di non ritorno", oltre il quale la capacità delle varie attività di ritornare a un livello precedente il lockdown verrà irrimediabilmente compromessa.

Se le restrizioni dureranno per più di 3 mesi molte attività raggiungeranno il punto di non ritorno

La survey ha inoltre messo in evidenza che circa i due terzi del campione (il 65%) si aspetta una contrazione del PIL globale (pari al -3% o anche maggiore) nel 2020, mentre il 36% stima che il Net Asset Valuations (NAV) diminuirà tra il 6% e il 10% tra l'ultimo trimestre del 2019 e il primo trimestre del 2020. Il 30% ritiene invece che il NAV possa far registrare un calo tra l'11% e il 20%, allungando i tempi per una ripresa che, per alcuni settori, addirittura non arriverà.
Secondo Enrico Rovere, Managing Director, Valuation Advisory di Duff & Phelps in Italia, "in una condizione di forte incertezza e turbolenza sui mercati come quella attuale, l'elaborazione di una valutazione corretta e indipendente assume un'importanza cruciale per permettere alle aziende di effettuare scelte strategiche che consentano di superare le grandi difficoltà che le imprese di molti settori produttivi stanno attualmente attraversando e per cercare di ritornare dove possibile, e quanto più possibile, a un livello di attività prossimo a quello precedente alla pandemia".

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Guardando al 2021, il 55% degli investitori vede per il PIL del loro mercato di riferimento un ulteriore lieve decremento, pari a circa il -0,5%, mentre l'11% del campione è maggiormente pessimista, prevedendo una diminuzione del PIL del -3% anche nel 2021. Circa la metà (il 47%) degli intervistati ritiene che il valore degli asset aziendali (il fair value dei loro investimenti) non ritornerà ai valori pre-COVID-19 entro la fine del 2021. Il 71%, infine, pensa che le autorità governative del proprio Paese stiano supportando adeguatamente le attività economiche in questo periodo di crisi.
"Il periodo che ci aspetta nell'immediato futuro sarà denso di sfide particolarmente impegnative legate ad una ripresa che presenterà prevedibilmente non poche difficoltà. In questo contesto, una valutazione efficace degli investimenti deve essere calibrata sul singolo portfolio, in modo da poter mantenere inalterati i suoi fondamentali e adattarli a uno scenario completamente diverso rispetto solo a poche settimane fa. Solamente in questo modo è possibile ottenere un set di dati credibile per permettere alle aziende di poter pianificare il proprio percorso di graduale ritorno all'attività", conclude Rovere.



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