La sbornia digitale e la Fase 2 - Punto e a capo

Non è solo una questione di praticità, ma è davvero cambiata la vita negli uffici e nelle case degli italiani.
Al di là della scuola che per necessità ora è solo digitale, anche le aziende che hanno riaperto gli uffici stanno sfruttando ancora lo smartworking.
Vale per le imprese private, vale per i professionisti, ma vale anche per la PA.
Certo, non tutto è ripreso a pieno regime, si sente ancora troppo la parola cassa integrazione, ma è evidente che il digitale, il lavoro in remoto, è diventato una realtà.

Tanto che in molti uffici, con sale riunioni chiuse e personale in turnazione, si lavora con la stessa modalità come a casa, con mascherina, certo, ma soprattutto con cuffie in video call.
C'è persino chi, in una recente indagine del Financial Times, lavora meno in ufficio rispetto a casa, dati i tempi di viaggio, ma anche chi vede nel ritorno in ufficio il ritorno alla normalità e a certi riti.
La stessa indagine mostrava tre punti che, tra i tanti, mi hanno colpito.
1) Le persone rispettano gli appuntamenti.
2) La durata delle riunioni si è abbassata drasticamente.
3) C'è la necessità di trovare il tempo per quattro chiacchiere con i colleghi.
Se le prime due sono abitudini che cambieranno il business, l'assenza di empatia con i colleghi, di raccogliere sfoghi piuttosto che parlare del più del meno, sono assenze molto importanti che influenzeranno il business del futuro.

La ricerca però trova risposte concordi: le applicazioni usate per le video call devono migliorare, non solo in termini di qualità delle immagini e suoni, ma anche a livello di semplicità d'uso.
La cosa più sconcertante è che sono i più giovani coloro che si lamentano.
 

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