Turismo italiano: quali prospettive per il 2020
Faini (World Capital): è bene trovare fin da subito dei possibili scenari di riconversione come, per esempio, prezzi competitivi e un'offerta che spinga gli italiani a scegliere di rimanere sul territorio nazionale per i propri viaggi
L'emergenza sanitaria internazionale ha avuto gravi effetti sul nostro Paese, tra le principali vittime è il turismo ad aver incassato di più il colpo.
Migliaia di disdette e cancellazioni sono arrivate alle strutture ricettive italiane, che si sono trovate in una situazione di stand-by senza sapere quando (e se) quest'anno la stagione turistica potrà iniziare.
Come potrà riprendersi il turismo italiano (nel 2019 ha rappresentato ben il 13,2% del Prodotto Interno Lordo nazionale), data anche la sua enorme importanza per l'economia del Paese?
Per rispondere a tale quesito, il dipartimento ricerca World Capital ha sviluppato uno studio volto a delineare le prospettive del turismo italiano e un possibile scenario di parziale ripresa per un settore di così grande importanza per l'economia italiana.
Un primo aspetto fondamentale da prendere in considerazione è la stagionalità del turismo, che in Italia copre il trimestre estivo (giugno-agosto), in cui complessivamente si concentra circa il 50% delle presenze totali annuali.
I turisti stranieri hanno da sempre un forte impatto sul turismo italiano; nel 2019 tale fetta del turismo ha infatti rappresentato ben il 50,3% delle presenze totali su territorio nazionale.
Focalizzandoci sull'impatto massimo del Coronavirus sul turismo straniero in Italia, esso può essere ricondotto ai mesi di marzo, aprile, maggio, giugno e luglio, che rappresentano circa il 50% delle presenze annuali.
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