La cybersecurity non è una priorità per le aziende nonostante l'aumento degli attacchi
Cappelli (EY): in una situazione di emergenza come quella attuale, i rischi di attacco cui sono esposte le imprese sono amplificati
La maggioranza delle società italiane ha subito uno o più cyber attacchi significativi nel corso dell'ultimo anno ma le priorità di investimento delle organizzazioni non includono tecnologie e modelli avanzati di protezione. È quanto emerge dalla EY Global Information Security Survey (GISS), indagine realizzata annualmente da EY che nel 2020 ha coinvolto 1.300 manager di sicurezza informatica di aziende internazionali.
L'attuale periodo di emergenza sanitaria sta cambiando il nostro modo di lavorare e le aziende sono chiamate a rendere disponibili le necessarie tecnologie digitali per una efficiente remotizzazione del lavoro (piattaforme per video conferenze, collaborazione digitale, ecc.). Le aziende devono allo stesso tempo garantire i medesimi livelli di sicurezza quando computer e smartphone non sono più all'interno del perimetro aziendale, tramite una corretta messa in sicurezza dei dispositivi e delle applicazioni utilizzate da remoto.
La survey rileva invece la mancanza di un approccio efficace nella gestione delle tematiche relative alla security anche a supporto delle nuove modalità di smartworking: seppure il 19% degli intervistati si concentri sulle misure di connessione sicura, ad esempio tramite l'utilizzo di reti virtuali private, solo una media del 10% degli intervistati dichiara di focalizzarsi sulle principali azioni di prevenzione dalle minacce informatiche, come l'adozione dei più recenti aggiornamenti di sicurezza (patching) e la gestione dei dispositivi utilizzati dagli utenti in mobilità .
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