Protagonismo digitale
Nell'era della trasparenza e del brand activism, la reputazione è per tutti un asset che guida la costruzione e la difesa del business
Quanto l'immagine del singolo concorre a determinare la reputazione dell'organizzazione? Come governare le relazioni che si sviluppano grazie ai social per rafforzare la reputazione dell'impresa e di chi la governa? A queste, ed altre domande ancora, offre un interessante risposta il recente scritto di Stefano Chiarazzo, ''#Social CEO. Reputazione digitale e brand advocacy per manager che lasciano il segno'', edito da FrancoAngeli.
L'assunto dell'autore è semplice: le imprese, per articolazione, dimensione, penetrazione e rilevanza devono farsi carico di comunicare al meglio quanto facciano, soprattutto alla luce dei valori che caratterizzano le schiere di stakeholders con le quali interagiscono.
Proprio l'avvento delle piattaforme social ha bilanciato il piano di contatto con la pubblica opinione, sempre più attenta a come nei fatti siano tradotti dall'impresa e dai sui manager gli impegni assunti. Come dire: non di solo business ma di valori l'impresa vive. E per essere credibile, i suoi top manager, a s calare i loro riporti, debbono agire in coerenza.
In questo l'immagine social dei CEO è essenziale. Come governarla, implementarla e proteggerla affinché il singolo non infetti il tutto?
Il testo ripercorre in modo strutturato e lineare il mondo della comunicazione e il ruolo crescente che va assumendo la reputazione. Cos'è, come si deve implementare, secondo quali logiche e con quali strumenti.
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo