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Editoriale
Tamburi di guerra
L'anno è decisamente cominciato col botto. L'uccisione di Soleimani, vero stratega militare dell'Iran, ha acceso una torcia nella polveriera arabica. Uno scacchiere sempre instabile e che vede sunniti e sciiti (e parenti vari) combattersi da centinaia di anni. Trump ha compiuto una mossa per molti avventata e per altrettanti doverosa. L'attacco all'ambasciata USA di qualche giorno prima avrebbe potuto esser la replica di quello a Bengasi del 2012, conclusosi con una carneficina. Ma adesso alla Casa Bianca c'è un diverso presidente, meno favorevole all'Iran - vedasi sanzioni - e meno tollerante. Comunque il fatto scatenerà ritorsioni internazionali e se si arrivasse al blocco dello stretto di Hormuz ne risentirà l'intero commercio mondiale di greggio, con conseguente forte rialzo dei prezzi.
Sempre il petrolio è il vero motivo del contendere tra le due fazioni in Libia, a un'ora di volo dal nostro Paese. L'entrata in scena della Turchia al fianco del governo riconosciuto dall'ONU scalza di fatto l'Italia da qualunque ruolo di interlocure nell'area. Noi che storicamente siamo sempre stati filogovernativi e presenti onshore e offshore con l'ENI. Il petrolio - dopo la deposizione di Gheddafi e una lunga guerra tra fazioni - sembra sul punto di passare finalmente in mani francesi, veri strateghi del golpe, oppure i turchi. E anziché difendere i nostri interessi, il governo straparla di pace e tavoli di mediazione, come se non vedesse quali altri attori stanno giocando alle spalle di Haftar ed El Sarraji. Farnesina e Ministero della difesa sono evidentemente impegnate in altro. Di sicuro dalle parti del governo si aspetta con ansia l'ennesima verifica di maggioranza per mettere a punto un "cronoprogramma". Dalle dichiarazioni quotidiane siamo ancora al tutti contro tutti, con in più - dopo la scissione renziano - anche un po' di eletti pentastellati che lasceranno il partito (ma non la poltrona).
Si prospettano tempi difficili per il nostro Paese. Intanto la legge sul blocco della prescrizione è in vigore.
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