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30/12/2019

idee

L'impatto del climate change sul bilancio e l'informativa finanziaria

Dell'Orto (Deloitte): la capacità di comprendere tempestivamente la reale portata del fenomeno diventa per le aziende presupposto necessario sul quale basare strategie di crescita e sviluppo

Deloitte, Nedcommunity e Andaf, in occasione dell'evento "Climate change: l'impatto del cambiamento climatico sul bilancio e l'informativa finanziaria", hanno analizzato gli effetti del climate change sul bilancio, anche grazie al contributo di esperti e di Borsa Italiana, oltre che alle testimonianze di Eni, Enel, Hera, Prada e Unicredit.
Il climate change, e le azioni correttive che sarà necessario attuare per porvi rimedio, introdurranno rilevanti mutamenti di scenario, anche nel breve/medio termine: nel solo 2017 le perdite assicurative derivanti da eventi indotti dal cambiamento climatico sono state pari a 140 miliardi di dollari ed i costi derivanti da disastri idrici pari a 306 miliardi di dollari, mentre si stima che il rischio di transizione dalla carbon economy ad un'economia fondata su fonti energetiche alternative riguarderà il 13% degli asset del pianeta. In questo contesto, le aziende sono chiamate a valutare le passività ed i rischi ai quali ciascuna di esse potrebbe essere esposta, ed il relativo grado di probabilità, fornendone adeguata evidenza in bilancio, oltre che a considerarne gli impatti nei propri scenari previsionali e, conseguentemente, nelle proprie analisi di recuperabilità delle attività iscritte in bilancio.

Fattori qualitativi esterni alle aziende, quali il settore di appartenenza e le aspettative degli investitori, possono incrementare tali rischi, generando potenziali ulteriori impatti sull'informativa finanziaria.
Secondo Stefano Dell'Orto, Amministratore Delegato di Deloitte & Touche, "in uno scenario in continua evoluzione e caratterizzato da profondi e rapidi mutamenti, il climate change è certamente un tema centrale nell'attuale contesto economico e normativo. La capacità di comprendere tempestivamente la reale portata delle modifiche che tale fenomeno potrebbe determinare nei modelli evolutivi dei settori in cui operano diventa per le aziende presupposto necessario sul quale basare strategie di crescita e sviluppo futuro, ed elemento qualificante di una comunicazione finanziaria rispondente alle disposizioni dei principi contabili ed alle attuali attese informative degli stakeholder".
Anche gli enti regolatori sono sempre più interessati alle conseguenze dei rischi collegati al climate change sull'informativa finanziaria, come dimostrano l'attenzione al tema dedicata dall'ESMA nel documento "European common enforcement priorities for 2019 annual financial reports" dell'ottobre 2019 e dal Financial Reporting Council (FRC) nello "Statement on the Government's Green Finance Strategy" del luglio 2019.

Medesimo interesse è mostrato dagli investitori; ciò ha spinto lo IASB a dedicare il documento "In Brief" di novembre 2019 agli "IFRS Standards and climate-related disclosures".
"Il cambiamento climatico introduce nuovi rischi, potenzialmente anche significativi, e nuove opportunità che occorre valutare con attenzione, congiuntamente alle decisioni strategiche prese dalle società e concernenti tali temi, al fine di fornire un'informativa finanziaria coerente e trasparente. Questi fenomeni potrebbero peraltro avere rilevanti ripercussioni sui bilanci delle società, sia in termini di limitata recuperabilità di attività già rilevate che di passività ancora da rilevare (o quanto meno oggetto di informativa in quanto passività potenziali). Risulta conseguentemente di fondamentale importanza dare evidenza delle assunzioni e dei key judgement utilizzati dalla Direzione nella rappresentazione di queste tematiche nell'informativa finanziaria", ha commentato Massimiliano Semprini, IFRS Expert di Deloitte.
L'incontro si inquadra nell'ambito del CFO Program di Deloitte, il programma Deloitte interamente dedicato ai CFO delle aziende italiane, tra le cui attività si annovera l'EMEA CFO Survey, studio che dal 2015 intervista circa 1.


500 Chief Financial Officer operanti in diversi Paesi europei, tra i quali l'Italia, con l'obiettivo di fornire un quadro degli obiettivi perseguiti dai CFO in termini di investimenti, assunzioni, insieme al loro punto di vista su rischi aziendali e priorità strategiche.
Conclude Franco Amelio, Deloitte Sustainability Leader, "Se da un lato l'attenzione delle aziende per la sostenibilità aziendale è aumentata, dall'altro le azioni intraprese finora sembrano essere più di natura reattiva che strategica. Sono ancora poche le società che stanno adottando un approccio strutturato. Integrare la gestione dei rischi generati dal cambiamento climatico nel sistema di governance aziendale sarà sempre più fondamentale per mantenere i contatti con la nuova generazione di consumatori e investitori".


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