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11/12/2019

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Business travel: +5% nel 2020 e +7,5% nel 2021

Patenè (UVET): il 73% dei viaggiatori vorrebbe provare alberghi e location green o eco-friendly: valore più alto di sempre. Le città più importanti per i businessmen italiani sono New York, Dubai e Shanghai

Nonostante la congiuntura economica italiana non positiva che ha inciso anche sul turismo, la parte dei viaggi d'affari segnala una previsione di chiusura del 2019 del +2% nel numero di trasferte. A dimostrarlo la Uvet Analytics, la ricerca del Gruppo Uvet che analizza gli andamenti dei viaggi.
Le previsioni del prossimo biennio, inoltre, segnalano già nel 2020 una crescita del +5% che diventerà del +7,5% nel 2021.
Nel triennio 2017-2019, la spesa destinata alle trasferte di viaggio d'affari è aumentata del 6% mentre il numero di trasferte ha registrato un incremento del 12%.
Il costo medio per titolo di viaggio mostra un trend decrescente durante tutto il periodo, diminuendo complessivamente di 9 euro. Ciò significa che le aziende italiane sono tornate a investire per rispondere alla necessità di viaggi di lavoro dei propri manager e dipendenti. L'aumento del numero di viaggi e dei budget destinati a tali spese è sintomo di una ripresa dell'economia del Paese.
È interessante anche riportare la crescente rilevanza del tema della sostenibilità confermata dal 73% dei viaggiatori che vorrebbe provare alberghi e location green o eco-friendly nell'immediato futuro, il valore più alto registrato negli anni su questa specifica questione.

Grazie al suo enorme patrimonio turistico l'Italia può trasformare la capacità di soddisfare i bisogni legati alla sostenibilità in un vantaggio competitivo. Recuperando la quota di arrivi internazionali sul totale mondiale del 2002 (pari al 5,7% a fronte del 4,3% attuale) si potrebbero ricavare circa 50 miliardi di euro aggiuntivi che farebbero del turismo ancora di più un volano strategico per la crescita del Paese di cui la sostenibilità può essere un fattore chiave.
"L'Uvet Analytics indica una previsione di +5% per il 2020 e del +7,5% per il 2021 nonostante nel Paese non si veda ancora una crescita vera e propria", dichiara Luca Patanè, Presidente Gruppo Uvet. "Grazie all'introduzione dell'intelligenza artificiale, della blockchain e dei big data, il modo di vivere e il business si è trasformato. Fattori che, uniti alla qualità dei servizi e all'assistenza al cliente sempre più tailor-made, permettono di distinguersi. Il Gruppo Uvet sta facendo importanti investimenti per consolidare e rafforzare ulteriormente la propria quota di mercato in Italia nel prossimo triennio. Investimenti auspicabili anche dal resto del Paese per contribuire alla crescita del settore".


Le stime UVET sul terzo trimestre del 2019, che si basano sulla specificazione di un modello econometrico che utilizza i dati unici e proprietari di UVET sul business travel managed, evidenziano una sostanziale proseguimento della crescita su base congiunturale (trimestrale). Nello specifico, la stima UVET Travel Index sul terzo trimestre 2019 indica un aumento dello 0,1% del PIL rispetto al secondo trimestre del 2019, in linea con la dinamica osservata dei trimestri precedenti. Il tasso di crescita per il 2019 stimato dall'UVET Travel Index ricade in una forbice compresa tra 0% e 0,2%. La stima fornita dall'UVET Travel Index prevede per il 2020 un tasso di crescita reale che si attesterebbe a +0,5%, leggermente meno ottimista rispetto a quanto espresso dalla Nota di Aggiornamento al DEF (+0,6%) ma in miglioramento rispetto alla chiusura del 2019.

Traffico aereo

Il traffico aereo internazionale registra un leggero aumento delle spese del 2% nel 2019 rispetto all'anno precedente. Nell'ultimo triennio, invece, i titoli e le spese di viaggio sono aumentati rispettivamente del 6% e del 12%.



Il traffico europeo e intercontinentale si sviluppano più del domestico. Nel primo semestre 2018 hanno infatti registrato un incremento rispettivamente del 5 e dell'8%, mentre il domestico è diminuito del 2% rispetto ai primi 6 mesi del 2017. Dato probabilmente influenzato dalla chiusura di Milano Linate per tre mesi (dal 27 luglio al 27 ottobre) a causa dei lavori di rifacimento pista, impianto smistamento bagagli e aerostazione. Per quel che concerne il costo medio del biglietto aereo, nel 2019 il prezzo è cresciuto di 6 euro, rispetto al 2018, passando da 443 a 449.
I voli internazionali raggiungono i 1.777 euro medi nella previsione di secondo semestre 2019 (il 2018 ha chiuso con un costo medio di 1766), mentre il domestico rispetto allo scorso anno è aumentato di soli 6 euro passando da 193 a 199 euro. Il continentale passa da 338 a 332, diminuendo di 6 euro.
Le principali destinazioni intercontinentali rimangono in primis New York, seguita da Shanghai e Dubai. Seguono San Paolo, Hong Kong e Tokyo. Il costo medio di un biglietto per New York è di 2.349 euro, in aumento rispetto al 2018 quando era di 2283.


È interessante notare la sempre maggiore importanza del traffico aereo verso l'Asia: Shanghai conferma la sua leadership seguita da Hong Kong e Tokyo. A livello europeo, con il 16,4% del totale dei viaggi d'affari, la principale destinazione aerea è rimasta Parigi nei primi nove mesi del 2019. Segue Londra con il 12,3%, Madrid con l'8,3%, Bruxelles con il 6,5% e Amsterdam con il 5,2%. Si evidenzia, inoltre, che mentre Francia e Regno Unito hanno come mete principali solo le loro rispettive capitali, la Germania (15%) distribuisce il suo traffico verso Monaco, Francoforte, Berlino e Düsseldorf, segno di un'economia più strutturata su tutto il territorio. Il biglietto più costoso, con partenza dall'Italia, è quello però per Monaco, ben 442 euro, seguita da Amsterdam con 369 euro e Bruxelles con 345 euro. Nel segmento nazionale è Roma (29%) la prima destinazione per i business travel, mentre Milano la seconda (27,9%).

Traffico ferroviario

L'alta velocità continua a crescere in maniera molto importante. Nel 2018, il numero di passeggeri chilometro è cresciuto di quasi il 110% rispetto al 2011.


La clientela business che ha utilizzato il trasporto ferroviario ha visto un incremento dei prezzi apprezzabile a partire dal mese di luglio di quest'anno fino a raggiungere un +9% nel mese di settembre. Milano rimane la principale destinazione italiana dei viaggiatori d'affari (30,2%). Roma rimane la seconda città (25,3%). Segue Bologna con una quota dell'9,3%.

Settore alberghiero

Rispetto al 2018 il costo medio per room night è aumentato per New York, Tokyo, Shanghai e San Paolo. New York rimane la città nella quale il pernottamento ha un costo maggiore con una media di 329 euro (317 nell'anno precedente), Hong Kong passa da 253 euro a 255, Tokyo da 184 a 193, Shanghai da 161 a 169, Dubai da 175 a 148 e infine San Paolo da 117 a 146 euro a notte. Nel 2019 il costo medio per room night nelle principali destinazioni europee fa registrare un incremento per le città di Londra, Amsterdam e Bruxelles. La città più economica rimane Madrid (127 euro), mentre il primato della città più cara lo mantiene Londra (259 euro) seguita da Parigi (234 euro). La città in cui è più caro pernottare in Italia è Milano.


Al secondo posto troviamo Firenze, con un costo medio in aumento di 4 euro (122 euro) e a seguire Roma (121 euro), la quale registra invece un aumento di circa 2 euro.


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