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04/12/2019

idee

Nel 2018 mercato dell'arte cresce a 67,4 miliardi di dollari

Nonostante le incertezze della Brexit, in Europa UK continua a rappresentare il Paese leader per vendite totali, ma l'Italia è il Paese con il patrimonio artistico e culturale più importante al mondo

L'arte è sempre più un business. Per discutere degli strumenti giuridici adatti alla creazione e alla valorizzazione di una collezione artistica, degli aspetti fiscali rilevanti nella gestione delle collezioni e nel mecenatismo e delle nuove forme di investimento finanziario connesse al mondo dell'arte, DLA Piper ha organizzato l'incontro "Costruire, valorizzare e trasmettere collezioni d'arte alle generazioni future".
Secondo i dati illustrati durante l'evento - elaborati da Giglio Art -, il valore delle vendite nel 2018 è di circa 67,4 miliardi di dollari, in aumento del 5,8% rispetto al 2017; il fatturato è raddoppiato negli ultimi 25 anni e le aspettative per il futuro sono buone. Gli Stati Uniti dominano la scena mondiale con il 44% di vendite, seguiti dal Regno Unito (21%) e dalla Cina (19%); insieme i tre Paesi rappresentano l'84% del totale globale.
Il settore nel 2018 ha generato 375 mila nuovi posti di lavoro, raggiungendo a livello mondiale 3 milioni di persone e 310 mila imprese operanti nel mercato dell'arte.


Tra i vari settori dell'arte quelli predominanti nelle vendite sono il Post-War & Contemporary, che nel 2018 hanno raggiunto il 50% del totale, seguiti dall'arte moderna, che totalizza il 29%, in aumento del 2% rispetto al 2017.
I collezionisti preferiscono acquistare l'arte prima di tutto attraverso gallerie, seguiti da aste e fiere: il 28% dei collezionisti ha come consulente un dealer o una galleria, mentre il 22% prende consigli da un esperto di aste. Il fatturato delle case d'asta è cresciuto del 30% rispetto al 2016, raggiungendo nel 2018 i 29,1 miliardi di euro. I maggiori mercati di aste d'arte sono Stati Uniti, Cina e Regno Unito, che sommate raggiungono quasi il 90% del totale, con il 61% delle vendite superiori a 1 milione di euro. Le fiere d'arte continuano a crescere: nel 2000 c'erano 55 fiere d'arte internazionali, aumentate a 300 nel 2018.
Il settore degli art fund conta circa 130 fondi, di cui quasi 100 operanti in Cina. I fondi non cinesi sono localizzati in Lussemburgo (8), Cayman (3), USA, India e Israele (2), Polonia, Russia, Svizzera, Gibilterra, Germania, Guernsey, Scozia, Singapore, Brasile, Malta, Lichtenstein, San Marino ed Emirati Arabi (1).


Secondo Antonio Tomassini, Partner DLA Piper, "In un momento di incertezza dei mercati c'è molta richiesta - con i connessi profili legali e fiscali - di investimenti alternativi e notiamo che i nostri clienti guardano sempre con più interesse all'arte come asset finanziario, anche sotto forma di sottostante di polizze o di quote di fondi di investimento. Non a caso il mercato globale dell'arte è arrivato a valere più di 67 miliardi di dollari".
Prosegue Luca Giglio, founder e CEO di Giglio Art: "Il mondo dell'arte è maturo per poter dialogare con la finanza, sfruttandone le potenzialità grazie all'utilizzo degli strumenti giuridici più idonei. Gli stessi dati presentati in questa iniziativa di DLA Piper sono stati elaborati dalla nostra struttura ai fini del lancio di un innovativo fondo di investimento in opere d'arte Post-war e Contemporary".
Durante l'evento, impreziosito dall'esposizione di due opere di Mimmo Rotella, è stato presentato il volume "Trust, patrimoni artistici e collezioni", edito da CEDAM e curato da Marta Cenini.


Secondo Antonio Longo, avvocato DLA Piper e autore del capitolo sui profili tributari, "L'Italia è il Paese con il maggior patrimonio artistico e culturale al mondo ed è anche per questo che il nostro ordinamento offre una serie di agevolazioni fiscali, tra cui la forfettizzazione del valore delle opere ai fini dell'imposta sulle successioni, le misure di favore per il trasferimento dei beni artistici e culturali a enti del 'terzo settore', la cosiddetta acceptance in lieu e, più di recente, l'Art Bonus. In questo contesto, anche il trust può rappresentare uno strumento giuridico efficace per la gestione delle collezioni e in grado di intercettare talune facilitazioni fiscali".
Marta Cenini, Of Counsel DLA Piper e curatrice dell'opera, conclude: "In tema di protezione e valorizzazione dei beni culturali, è senza dubbio il momento di ripensare agli attuali strumenti giuridici e di vagliarne di nuovi. Le recenti iniziative legislative del Governo Conte in materia di fondazioni private e trust confermano un trend che è in linea con le recenti riforme avvenute in Paesi emergenti come la Cina, che negli ultimi anni si è dotata di una normativa in tema di trust e di charity, nonché con le evoluzioni interpretative dell'attuale legislazione dei beni culturali avvenute in Paesi come la Francia".



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