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11/09/2019

idee

La lotta alla vera evasione fiscale non passa dalla moneta elettronica

Un furore ideologico che fa il gioco di grandi capitali, multinazionali e strutture finanziarie. Questione di proporzioni

L'ossessione che sembra aver preso alcuni politici per il denaro elettronico come panacea per sconfiggere l'evasione fiscale si scontra con la dura realtà.
Se attraverso la fatturazione elettronica si intendeva colpire liberi professionisti, PMI e artigiani, che obtorto collo hanno dovuto adeguarsi. Ma è una battaglia ideologica che rappresenta plasticamente la scarsa conoscenza del problema e, soprattutto delle dimensioni reali.
Dematerializzando la moneta, si offrono infinite possibilità di elusione/evasione proprio alle più grandi imprese, soprattutto finanziarie.
Se beccare un idraulico che non emette fattura, o un AirBnB o un panettiere che non rilascia lo scontrino può esser gratificante (e magari finire in TV), non lo è certo il rapporto sforzo profuso - risultato ad ottenerlo.
Se si vuole veramente e seriamente aggredire il capitolo evasione/elusione, è altrove a cui rivolgere lo sguardo.
Ne è una prova, tra le tante, la recente perquisizione della sede della Deutsche Borse a Eschborn, vicino a Francoforte, per l'acquisizione di dati rilevanti rispetto ai passaggi illeciti azionari che erano alla base dell'evasione da oltre 10 miliardi di euro nell'ambito del mega scandalo fiscale CUM-EX.

Dieci miliardi, non 10 euro come una pizza.
La globalizzazione finanziaria ed il denaro elettronico non solo non hanno fermato l'evasione, ma l'hanno proiettata in una scala mai vista prima. Si può dire che l'abbiamo favorita.
Senza contare che nell'EU è tollerata una ignobile situazione di dumping fiscale a favore di alcuni stati, che porta ad evidenti storture e infinite possibilità di frode (vedi i giganti del web).
Ulteriori evidenze di questo, spostando anche lo sguardo oltre oceano, sono le multe miliardarie che gli USA hanno distribuito a banche tedesche, francesi e olandesi, lo scandalo Libor, senza parlare poi dei famigerati derivati e subprime.
Oppure, che dire di quel gruppo internazionale nel settore della moda che ha recentemente patteggiato una multa miliardaria con il nostro fisco?
Parliamo di cifre e operazioni che non sono certo (e mai lo saranno) di pertinenza di commercianti, artigiani o PMI.
Ma in Italia discutiamo ancora sullo stop al contante, come se fosse la causa di tutti mali, quando nel resto del mondo nessuno applica le limitazioni che alcuni nel Paese vorrebbero adottare in nome di una fantomatica "lotta all'evasione".



In Germania, dove c'è un tasso di evasione molto simile al nostro, non esiste alcun limite all'uso del contante. Ci si può acquistare anche un palazzo, con una valigia di banconote. Davanti ad un notaio, si intende. Idioti noi o loro?
Tutto questo furore ideologico contro il denaro fisico, peraltro già ridotto nella circolazione dalla BCE, non è per caso frutto di una volontà di favorire i soliti noti della finanza, delle multinazionali e delle banche?
Per la vera evasione è qui che bisognerebbe guardare.

Claudio Gandolfo


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