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04/09/2019

idee

Ordoliberismo e mercantilismo: buoni per il surplus ma non all'infinito

Secondo Von der Leyen i grandi avanzi commerciali sono sempre positivi, non rendendosi conto che sono ottenuti a danno delle popolazioni. E poi, se tutti gli stati esportassero come la Germania, chi acquista?

Non ci siamo. Sbagliano, sanno di sbagliare, ma continuano imperterriti. Non si arrendono mai, neanche di fronte all'evidenza. Sono gli ordoliberisti tedeschi (ma non solo), che hanno la fissa di un'economia basata quasi solo sull'export e l'azzeramento del debito pubblico attraverso scarsissimi investimenti interni (austerity). Un'impostazione sbagliata, sconfessata da quasi tutte le dottrine economiche, che ha portato persino gente come Sinn e Schauble, non certo due mammolette, a dire che non produce risultati nel lungo periodo. Tutti gli indicatori mostrano che l'economia tedesca è in caduta libera, eppure perseverano.
La neo-presidente della commissione europea Von der Leyen interrogata davanti al parlamento europeo da un deputato dei Verdi ha affermato, in sintesi, che i surplus delle partite correnti, come quello tedesco, sono sempre positivi.
Se avesse consultato, ma ne dubitiamo visto il tipo, molti economisti a casa sua le avrebbero detto che oltre ad un certo limite continuare a perseguire il surplus di partite correnti porta solo ad avere crediti inesigibili o di scarsa qualità.

Oltre a problemi interni.
Senza contare un dato di fondo: se questa teoria fosse perfetta, e costituisse la ricetta per il benessere mondiale, nella realtà si scontra con un semplice fattore. Talmente semplice che lo capirebbe un bambino. Se ogni stato cercasse il surplus chi importerebbe le esportazioni? Si produce se qualcuno acquista. La terra è composta da un numero finito di stati, e se qualcuno è in credito per forza qualcun altro è in debito, poiché il gioco totale è sempre a somma zero. Questo significa che - nel ragionamento di Von der Leyen e quelli come lei - ci saranno Paesi che dovranno sempre necessariamente essere debitori netti. Una condanna senza appello a rimanere in stato di subalternità pseudo-coloniale. A meno che non pensare di commerciare con qualche altro pianeta, magari sulla scia di Elon Musk. Al momento è quindi quella tedesca è solo una pessima teoria economica applicata fin troppo alla lettera, visto che impoverisce stati interi.
Senza contare che nella corsa all'export, la concorrenza tra realtà molto diverse implica una continua compressione dei salari e dei diritti dei lavoratori, che si riverbera poi nei consumi interni.


In sostanza, per spingere le esportazioni si impoverisce la popolazione del proprio Paese, ma in nome della sana competizione. Si chiama mercantilismo.
Il limite massimo sarebbe una popolazione di schiavi e robot, con costi quasi a zero, per ovvi motivi.
Arbeit macht frei (Il lavoro rende liberi) era scritto sui portoni di qualcosa che non vorremmo più rivedere.
Cara Germania (e Olanda), spendete almeno in buona parte il vostro surplus: migliorerà la vita di una fetta importante della popolazione europea e forse manterrà viva la democrazia. Almeno finché siete ancora in tempo (poi arriveranno Trump e la Cina).
Vale comunque un antico detto romano: la bara non ha le tasche.

Claudio Gandolfo


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