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31/07/2019

idee

Europa: discarica di politici falliti

Dopo l'elezione di Sassoli e Ursula Von der Leyen, è chiaro che gli errori della precedente Commissione Junker non hanno insegnato nulla

Questa volta la faccenda avrebbe risvolti comici se non avesse tutti i connotati della tragedia. O forse della presa in giro per l'Italia. La notizia trapelata della probabile candidatura di Jaroen Dijsselbloem al vertice del Fondo Monetario Internazionale è veramente un atto incredibile di arroganza e autoreferenzialità da parte dell'establishment.
Il rinnovo del Parlamento Europeo ha portato a capo della Commissione un ex ministro donna tedesco, con la reputazione distrutta in patria ("peggior ministro della difesa", parola di Martin Schulz), neanche votata da una cospicua parte dei suoi stessi alleati e compatrioti, con alle spalle vari scandali e qualche condanna. Non proprio un modello di statista. E' stata eletta con una maggioranza risicatissima e instabile. Ma la Merkel è contenta.
Per contro, alla BCE, in quota Francia, è arrivata l'ineffabile Lagarde, un avvocato, la persona che si dichiarava "a disposizione per qualsiasi cosa" in una lettera a Sarkozy che l'aveva messa poi a capo del FMI. E così anche Macron è contento.
Per far felice il governo italiano è stato eletto come Presidente della commissione un semisconosciuto anche a casa sua, che però fa parte del partito all'opposizione, e che ha dichiarato subito di aver "creato un cordone sanitario" intorno ai populisti.

Merkel e Macron sono però contenti.
Adesso però, occorre dar spazio anche alle nazioni "minori" e quindi chi meglio del fedele vassallo Olanda da premiare?
Nasce così la candidatura dell'ex Presidente dell'Eurogruppo, ex presidente del consiglio dei governatori dell'European Stability Mechanism (ESM, quello del fondo salva-stati, o meglio, salva-banche), paladino dell'austerity e ministro delle Finanze uscente olandese, Dijsselbloem. Non male per uno che ha una laurea magistrale in economia e politica agraria. Peraltro, il soggetto si è distinto negli anni per ripetuti attacchi all'Italia. Famoso quando in un'intervista alla FAZ disse che "I Paesi del Sud Europa spendono tutto per donne e alcol e poi chiedono aiuto" all'Unione Europea quando sono in difficoltà con i conti pubblici e rischiano il default. Questa acuta analisi è stata liquidata dall'allora capo del governo Renzi come "battuta da bar sport", anziché chiederne rettifica e dimissioni istantanee. O magari sarebbe bastato anche un accenno al fatto che da noi le signorine in vetrina non ci sono mentre i dati del consumo di alcolici procapite non vedono certo i Paesi del Sud Europa in cima alla classifica.


Invece nulla. Chiaro che se a Ursula Von der Leyen - che tra le sue prime dichiarazioni ha detto che monitorerà da vicino i nostri conti- si affiancherà l'agronomo ordoliberista olandese, per l'Italia non sarà un futuro complicato.
Non c'è che da concordare con Wolfgang Munchau (Financial Times) su Dijsselbloem: "non si dovrebbe consentire all'Europa di trattare il FMI come una discarica per politici falliti".


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