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17/07/2019

digital

Cosa cambierà nell'eCommerce con la Brexit

Rhode (Taxmen): in caso di no deal i flussi diventeranno più complicati da gestire logisticamente, in ambo le direzioni

Come noto, è verosimile che, a partire dal 31 ottobre 2019, il Regno Unito non farà più parte dell'Unione Europea.
Dopo le dimissioni di Theresa May, i due attuali contendenti al ruolo di primo ministro, Boris Johnson and Jeremy Hunt hanno prospettato l'opportunità di un'uscita dall'UE anche senza alcun accordo di natura commerciale e doganale a disciplinare tale separazione.
Se così sarà, i flussi eCommerce tra Regno Unito e Europa diventeranno più complicati da gestire logisticamente, in ambo le direzioni.
In particolare, per le vendite dall'UE verso il Regno Unito:
- le spedizioni eCommerce dall'Unione Europea verso il Regno Unito saranno generalmente soggette a dazi doganali e IVA all'importazione nel Regno Unito, considerando l'assenza di un accordo di libero scambio tra UE e UK (fino ad oggi superfluo, stante proprio la partecipazione del Regno Unito all'UE);
- non si applicheranno franchigie a fini IVA per i colli di modico valore;
- per determinare i dazi doganali applicabili in entrata nel Regno Unito, si considereranno i dazi applicabili per le MFN (Most Favoured Nations) della World Trade Organization;
- per le spedizioni fino ad un valore individuale di 135 sterline provenienti dall'UE, gli eCommerce europei identificati a fini IVA in UK potranno continuare a dichiarare e versare l'IVA periodicamente (non sappiamo ancora con quale frequenza) attraverso un apposito portale; ove fosse questo il caso, ci occuperemo noi attivare il vostro accesso al portale e di gestirlo; il portale non è ancora disponibile;
- per le spedizioni di valore superiore a 135 sterline provenienti dall'UE, l'IVA sarà invece da assolversi in dogana UK, come avviene attualmente per le spedizioni provenienti da territorio extra-UE; da valutare, pertanto, la formula DDP per le spedizioni a clienti britannici;
- per le vendite attraverso marketplace (e.

g., Amazon, eBay, etc.) è verosimile l'introduzione di un sistema di prelievo dell'IVA da parte del marketplace nel caso di vendita ad opera di merchant non stabilito nel Regno Unito; non è ancora stata approvata la riforma, per cui si tratterà di modifiche successive nel tempo.

Sull'altro fronte, in relazione alle vendite da Regno Unito verso clienti europei:
- Si applicherà l'attuale franchigia dai dazi doganali per le spedizioni fino a Eur 150 e una franchigia IVA per le spedizioni di valore fino a Eur 10/22 (dipende dallo stato UE di sdoganamento);
- Dal 1 gennaio 2021, sará rimossa la franchigia IVA e i merchant britannici dovranno, in determinati casi, nominare un rappresentante IVA in Europa per far fronte alle proprie obbligazioni IVA in sede d'importazione;
- Sempre a partire da tale data, nel caso di vendite da parte di merchant britannici attraverso marketplace (per esempio, Amazon), in molti casi sarà il marketplace ad agire quale "responsabile d'imposta" per il prelievo ed il versamento dell'IVA, stante le nuove regole che riguardano i merchant extra-europei e l'IVA

Questo, nel breve termine.


Se poi l'UE ed il Regno Unito diverranno parti di un accordo di libero scambio (ma potrebbero occorrere anni), non si applicheranno più dazi doganali ai traffici di prodotti aventi origine preferenziale UK/UE.
Addirittura, in un futuro, l'Unione Europea ed il Regno Unito potrebbero decidere di divenire parti di un'unione doganale: questo escluderebbe dazi e IVA in dogana, ma non eventuali controlli sui prodotti (visto che il Regno Unito non farebbe, in ogni modo, più parte del Mercato Unico).
Come si evince da quanto appena scritto, siamo di fronte a complesse negoziazioni e lo scenario futuro risulta molto nebuloso e imprevedibile.


Alan M. Rhode, Partner,  Taxmen, Tax & Legal for e-Commerce


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