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05/06/2019

idee

L'Italia merita più rispetto in Europa

E' assurdo che ci sia ancora chi straparla di non voler pagare per il nostro alto debito pubblico. Finora siamo noi ad aver dato soldi a loro

I Paesi del Nord Europa, blocco teutonico capitanati dal solito duo Germania-Olanda, sono sempre stati ostili a politiche espansive per l'Italia giustificando la scelta con il nostro alto debito pubblico.
I loro media e la loro classe politica hanno fatto pensare alla popolazione, e ancora continuano, che in caso di allentamento dell'austerity sarebbero loro a "dover pagare i nostri debiti" (testuali uscite di almeno un paio di cancellieri, esponenti di banche centrali, o capi di partito). E, anzi, ci chiedono di tassare ulteriormente il patrimonio privato.
Nulla di più sbagliato e abbastanza in malafede.
Il nostro debito pubblico è elevato, certo, ma occorre stabilire qualche punto fermo: l'Italia è un contributore netto dell'Unione Europea. E almeno dal 2000. Ciò significa che siamo noi a mettere più soldi nel calderone UE rispetto a quanti ne percepiamo.
E quando ci sono stati chiesti decine di miliardi di euro per i vari fondi salva-stati (in realtà per salvare le banche tedesche e francesi) o altre amenità di questo genere, li abbiamo sempre messi, senza fiatare - purtroppo! - e ad alto interesse.

Quindi, se qualcuno ha pagato i debiti altrui siamo noi.
Meriteremmo quindi un po' più di rispetto e considerazione.
Inoltre, il nostro Paese è in avanzo primario - lo stato spende meno di quanto incassa - da decenni. Infine, abbiamo una bilancia commerciale attiva che genera un surplus di partite correnti. Prendere Istat, Bankitalia ed Eurostat per avere i dati ufficiali.
Non menzioniamo il risparmio delle famiglie in cui siamo campioni del mondo e il basso debito privato, fattori che nel Nord Europa si sognano. Però sempre lì col ditino alzato nei nostri confronti.
Comunque i dati sono lì, sempre disponibili per chiunque voglia leggerli o usarli per confutare tesi strampalate e senza fondamento. Basta conoscerli e agire per fare il bene del nostro Paese senza complessi di inferiorità.
Le elezioni europee non saranno state certo un qualcosa di "disruptive". Per cambiare determinate dinamiche e camarille ci vorrà tempo, ma da qualche parte è il caso di cominciare a farsi valere. E smetterla di farsi prendere in giro.
Attendiamoci comunque attacchi e reprimende da parte della vecchia e della nuova Commissione EU.


 L'Italia non allineata sulla diarchia franco-tedesca dovrà esser combattuta con ogni mezzo. 
Sta ai nostri rappresentanti, anche in partiti diversi, difendere il proprio Paese.  
Vedremo chi sarà italiano solo a parole. Claudio Gandolfo


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