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08/05/2019

idee

Lagarde alla BCE? Anche no!

Sarebbe la prova che l'ente di Francoforte diventerebbe un attore politico più di quanto non lo sia adesso. E che la Francia deve proteggere sé stessa

Nei giorni scorsi è apparsa su un quotidiano nazionale un articolo apparentemente "frivolo" e che sarebbe passato inosservato se non fosse perché era incentrato su alcune affermazioni piuttosto personali di Christine Madeleine Odette Lagarde. Non proprio una signora qualsiasi, ma il Direttore Operativo del Fondo Monetario Internazionale.
Colei che ha preso il posto di Strauss Kahn, colpito da un presunto scandalo sessuale, risponde allo scrittore Yann Moix che considerava non attraenti le 50enni: "Mio marito dice che a letto lo rendo felice". Com'è umana lei, direbbe Fantozzi.
Ma perché rilasciare una simile dichiarazione? E che valore attribuirgli, visto che stiamo parlando di una signora tra le più influenti al mondo, a capo di un'organizzazione responsabile della morte - più che della vita - di nazioni intere (citofonare Grecia o Argentina), che agisce per conto della finanza più spietata? Un soggetto che è una delle più evidenti espressioni delle élite internazionali?
Citando ancora Fantozzi, per "umanizzarla".

Renderla cioè più accettabile dalle popolazioni europee, in quanto in lizza per la successione di Mario Draghi alla BCE.
Ma perché togliere quell'allure snob all'algida Lagard?
La spiegazione è: anche per far dimenticare questa lettera a Sarkozy, trovata in una perquisizione della polizia a casa sua.
"Caro Nicolas,
molto brevemente e rispettosamente:
Sono al tuo fianco per servire te e i tuoi progetti per la Francia.
Ho fatto del mio meglio e posso aver fallito, qualche volta. Te ne chiedo perdono.
Non ho ambizioni politiche personali e non desidero diventare un'ambiziosa servile come molti di coloro che ti circondano: la loro lealtà è recente e talvolta poco durevole.
Usami per il tempo che serve a te, alla tua azione e al tuo casting.
Se mi usi, ho bisogno di te come guida e come sostegno: senza guida, rischio di essere inefficace; senza sostegno, rischio di essere poco credibile.
Con la mia immensa ammirazione, Christine L.".


Non c'è molto da aggiungere. Quando si parla di potere, quello vero, c'è sempre qualcuno a cui dover rispondere.

Non si arriva a certe posizioni gratis o per puro merito. Chi offre e chi riceve (o pretende) favori. Cose che talvolta vengono alla luce, lasciando l'amaro in bocca nel constatare come certe partite vengono giocate da personaggi senza scrupoli, con carte e dadi truccati. E che a queste partite si accede solo su invito, mai disinteressato, da parte dei circoli giusti. E che i burattini sono intercambiabili, al di là dei ruoli, specialmente in Francia.
E quindi Sarkozy è finito anch'esso come Strauss Kahn per via di scandali, ma di natura finanziaria. Macron viene definito in Francia il "pupazzo dei Rothschild". Lagard (indagata nel 2011 per abuso d'ufficio) si professava lo zerbino del marito di Carla Bruni, quello che tanta parte ha avuto nella destabilizzazione della Libia di Gheddafi. Cosa che Macron spera di rifare con El Sarraji oggi.
Ma torniamo a Lagarde, avvocato parigino e Ministro dell'Economia, dell'Industria e dell'Impiego della Francia dal 2007 al 2011. Il FMI ha avuto dal 2007 ad oggi una direzione francese (peraltro 5 volte su 11 dal 1946). Sarà una questione di casualità, ma in questi anni Parigi ha sempre avuto un occhio di riguardo da parte dell'organizzazione di cui fu segretario anche Padoan, mentre sono sempre stati particolarmente severi con l'Italia.



I conti pubblici, rapporto deficit/Pil e la bilancia dei pagamenti dei transalpini sono molto peggiori dei nostri, ma artifici tecnici, agenzie di rating e commissari tutt'altro che imparziali fanno finta di nulla. La popolazione dei gilet gialli va in strada a protestare da mesi, ma il tasso di Grandeur non scende, e Parigi si comporta come se fosse la guida dell'Europa.
Il mandato di Lagarde è stato rinnovato nel 2016 e quindi in scadenza nel 2021. Ma a Francoforte si sussurra che potrebbe lasciare un anno prima per un incarico più importante. E se Merkel vuole la Commissione europa, alla BCE non può andare un tedesco. Quindi...
Dopo Mario Draghi, Lagarde alla BCE sarebbe la prova che l'ente con sede a Francoforte prenderebbe uno status più politico e meno finanziario. E perderebbe quel briciolo di indipendenza che si crede di avere.

Claudio Gandolfo


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