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02/05/2019

economia

Investire secondo criteri di ESG aiuta il futuro (e il portafoglio)

Tenani (Schroders): significa anche cogliere tutto il rendimento che verrà generato da aziende meglio disposte a cogliere queste opportunità che le renderanno vincenti

Investire in aziende che soddisfano i criteri ESG (Enviroment, Social e Governance) è non è solamente un tema di attualità, magari di tendenza, ma è un fattore che consentirà agli investitori di partecipare ai cambiamenti epocali cui stiamo andando incontro. Ne abbiamo parlato con Luca Tenani, Amministratore Delegato di Schroders Italy SIM.

Come affrontate il tema della sostenibilità?

Per noi non è un tema nuovo. E' oltre vent'anni che abbiamo cominciato a considerare tematiche relative alla sostenibilità, costituendo una divisione specializzata di ricerca. Non è un caso che l'Organizzazione per l'Investimento Responsabile che fa capo alle Nazioni Unite ci abbia attribuito il rating A+ per nostro approccio alla materia.
Credo che sia una cosa molto importante, poiché il ruolo dell'industria del risparmio gestito, e quindi anche di Schroders, possa giocare in questo momento un ruolo cruciale nel canalizzare il risparmio privato proprio verso quelle aziende che meglio sapranno cogliere le sfide epocali, i trend e le trasformazioni planetarie a livello geografico e sociale che si stanno verificando.


Sono ovviamente dei trend di lungo periodo, che noi intendiamo cavalcare attraverso la proposizione di alcuni fondi tematici, dando l'opportunità agli investitori che vorranno credere a questi cambiamenti epocali di cogliere tutto il rendimento che verrà generato da queste aziende meglio disposte a cogliere queste opportunità e che saranno i vincitori del futuro.

A proposito di futuro: quali possono essere le sorprese all'orizzonte?

Più che focalizzarsi su un outlook di breve periodo, che è molto difficile in questa fase di mercati così incerti, proverei a concentrarmi più su macrotrend che caratterizzeranno i prossimi 10 anni, che noi abbiamo voluto individuare come delle "verità inesorabili".
I trend più dirompenti si riferiranno certamente a tassi di interesse strutturalmente più bassi, la fine del Quantitative Easing, mercati finanziari molto più volatili e con aspettative di rendimento molto più basse di quelle che abbiamo sperimentato nell'ultimo decennio. Questo è vero soprattutto per i Paesi più sviluppati meno per i Paesi Emergenti.
In questo scenario così complesso, quello che ci conforta come asset manager attivo, è che fattori come l'asset allocation, la gestione del rischio, la capacità e la possibilità di utilizzare anche fonti diversificate di rendimento, e la selezione dei titoli, siano tutti fattori che aiuteranno a soddisfare gli obiettivi degli investitori.



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