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Editoriale
L'eurozona rallenta ma non interessa a nessuno
Escono i dati della produzione industriale di ottobre ed esce la piccola sorpresa: l'Italia nonostante tutto fa rilevare un +0,1%, trainata dai beni di consumo, in mezzo a tanti dati internazionali negativi. La Germania fa registrare un -0,5% (si aspettavano un +0,3%), con un calo proprio dei beni di consumo del 2%. La Gran Bretagna, alle prese con la questione Brexit, vede un calo dello 0,6%. In controtendenza come noi la Francia, che rimbalza con un +1,2% (a settembre era a -1,6%), e il Giappone (+2,9%), ma col Pil in contrazione a -0,6%. Il dato italiano consolida la nostra posizione con una crescita della produzione industriale a/a dell'1%: non una gran percentuale ma almeno è positiva, mentre la Francia è al -0,7% e la locomotiva Germania al +1,6%, non poi così distante, e con un export che a breve risentirà pesantemente dei dazi trumpiani. Il rallentamento generale dell'economia dell'eurozona è ormai evidente. Questo richiederebbe da parte di Bruxelles una gestione più attiva per quanto riguarda le scelte monetarie e fiscali. Ma Draghi, per ora, non ci sente. E nella Commissione UE prevale meramente la visione politica in vista delle elezioni europee. Vedremo come andrà a finire, specialmente dopo gli annunci di Macron che porteranno la Francia ad abbattere alla grande il tetto del 3% del debito/Pil per l'ennesimo anno.
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