La Cina nel WTO ha causato la perdita di 3,4 milioni di posti di lavoro negli USA
E' quanto emerge da uno studio dell'Economic Policy Institute. Il manifatturiero il comparto più colpito con 2,5 milioni di posti di lavoro persi. Abbassati anche i salari
Era l'11 Dicembre 2001, quando la Cina entrò nel WTO. E da quel giorno il mondo subì il più grande cambiamento economico della sua storia recente. Tutti i Paesi hanno subìto una vera e propria invasione di prodotti da Pechino, che ha fatto dell'export il suo punto di forza, fino a far diventare la Cina una vera e propria superpotenza. Bush ereditò da Clinton la pratica già in fase di completamento, ma espresse allora le proprie perplessità sulla mancanza di regole e paletti che, oltre al fatto che alla lunga si avrebbero avute ripercussioni sul mondo del lavoro, stante l'enorme differenza di salari.

E quello che Bush sospettava e che Trump denuncia è stato rilevato in rapporto, in cui si dichiara che la crescita esplosiva del deficit commerciale degli Stati Uniti proveniente dall'adesione della Cina all'Organizzazione mondiale del commercio (WTO), è costata circa 3,4 milioni di posti di lavoro negli USA, tra cui 1,3 milioni di posti persi dal 2008 (il primo anno completo della Grande recessione, che tecnicamente è iniziato alla fine del 2007). Senza contare gli effetti della compressione salariale che è stata innescata, che ha causato disequilibri sociali.
Lo studio dell'impatto sulla crescita del disavanzo commerciale tra il 2001 e il 2017, pubblicato dall'Economic Policy Institute, ha mostrato che è stato colpito soprattutto il settore manifatturiero, che ha contribuito con il 74% sul totale dei posti di lavoro (-2,5 milioni di posizioni).
BusinessCommunity.it - Supplemento a G.C. e t. - Reg. Trib. Milano n. 431 del 19/7/97
Dir. Responsabile Gigi Beltrame - Dir. Editoriale Claudio Gandolfo