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Editoriale
Merkel: addio o arrivederci?
E dopo la Baviera è toccato all'Assia. In due elezioni su due la compagine governativa tedesca ha subito un tracollo. Il primo land è forse la regione più ricca d'Europa, il secondo è dove hanno sede - a Francoforte - la Bundesbank, la Banca Centrale Europea (BCE) e la Borsa tedesca. Non proprio due regioni qualsiasi. Eppure, votando come se si fosse a una consultazione nazionale, hanno detto un secco basta alla politica di Angela Dorothea Merkel. E' lei la vera sconfitta. E a queste votazioni vanno aggiunti gli indici ZEW e Ifo, che indicano un forte stato di preoccupazione da parte degli industriali tedeschi, con i dazi di Trump che cominciano a farsi sentire e la hard Brexit come la vuole la UE che potrebbe diventare un boomerang per le esportazioni. Infine, ci sarebbe quel problemino delle grandi banche tedesche, che ormai in borsa hanno un trend in picchiata e che nulla sembra arrestarlo. Abbiamo sempre scritto che la Germania, con le sue politiche deflazionistiche e mercantiliste, avrebbe portato ad una situazione critica l'intera Europa (e l'euro). "Beggar-thy-neighbour" (affama il tuo vicino) non è mai una buona politica. E tra mini jobs dilaganti, inesistente spesa pubblica e scelte sull'immigrazione opinabili, la Germania sta da tempo segando il ramo su cui è seduta. Normale che la Kanzlerin abbia annunciato l'addio alla presidenza della CDU, dopo 18 anni, e la sua volontà di non ricandidarsi nel 2021. Voci di corridoio però già parlano di una Merkel che ambirebbe al posto di Junker alla guida della UE già fin dopo le prossime elezioni europee. Sarebbe clamoroso, ma in linea con il personaggio. Ma chi la voterà nel Parlamento europeo?
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