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05/09/2018

economia

Rallentamento globale in vista, ma gli investitori possono stare tranquilli

Bateman (Schroders): individuare le società più attraenti diventa sempre più importante per gli investitori che mirano ad anticipare i mercati

I mercati azionari sono tipicamente abbastanza efficaci nell'anticipare le tendenze dell'economia sottostante. I cambiamenti repentini nei mercati sono causati da movimenti inaspettati nell'attività economica, che spesso derivano da decisioni politiche inesatte o bolle non identificate nel sistema.
Gli investitori non dovrebbero preoccuparsi del fatto che il ciclo si trovi in uno stadio avanzato. Sono passati quasi 10 anni dalla crisi finanziaria e la crescita globale è stata resiliente per diversi anni. Secondo il corso naturale degli eventi, dovremmo aspettarci un rallentamento, dato che le economie non possono crescere in eterno.
Riteniamo che la prossima recessione sarà contenuta, il che è abbastanza normale dopo l'ampia recessione che abbiamo visto nel 2009, e che la situazione in Europa sia diversa da quella degli Stati Uniti, visto che l'Eurozona è entrata in recessione e ha iniziato a emergere da tale recessione in ritardo rispetto agli Usa. L'azionario europeo non si è ripreso tanto quanto quello statunitense e le valutazioni continuano a tenersi su livelli attraenti.


Finora il 2018 è stato un anno impegnativo per l'azionario globale, con rendimenti negativi in gran parte dei mercati. L'unica eccezione è rappresentata dagli Stati Uniti, dove l'S&P 500 ha generato una performance lievemente positiva del 2,7% (in dollari), guidata dalla crescita positiva degli utili corporate Usa. L'Europa ha subito l'impatto di questioni interne all'Eurozona, come l'Italia che non è riuscita a formare un nuovo governo credibile.
Il tema prevalente su tutti i mercati, tuttavia, ha riguardato le politiche monetarie. Negli Stati Uniti la Fed ha alzato i tassi di interesse e molti investitori sono preoccupati dell'impatto che tassi di interesse più elevati potrebbero avere sull'attività economica. In Europa il quantitative easing (QE) sta giungendo alla fine, in un contesto in cui la crescita continua ad essere lenta. Le Banche Centrali hanno ampliato significativamente i loro bilanci attraverso il QE nel corso degli ultimi 10 anni, il che ha probabilmente ha evitato un ciclo deflazionistico. Detto questo, il fatto che nel corso del 2018 e 2019 il QE si trasformerà in QT (quantitative tightening) nella maggior parte delle principali economie rappresenterà probabilmente un vento contrario per la crescita, in quanto la liquidità si ridurrà.



La politica crea incertezza, come sempre

Al momento il Governo italiano si sta scontrando con l'UE sulla questione dell'immigrazione, generando attenzione nei confronti dei temi politici, ma riteniamo che verrà raggiunto un accordo e l'impatto sui mercati sarà minimo. La situazione in Italia non è diversa da quella tedesca, dove la Cancelliera Angela Merkel ha recentemente evitato la disintegrazione della sua fragile coalizione stringendo un accordo sul tema migratorio con il partito CSU, la parte a lei più ostile all'interno della coalizione, sulla formazione di centri di transito per i richiedenti asilo al confine austriaco.
Nel frattempo, il Regno Unito ha fatto un altro passo verso l'uscita dall'UE, con l'approvazione del Governo di una proposta per il futuro delle relazioni UK/UE. L'inchiostro si era appena asciugato quando alcuni ministri pro-Brexit hanno rassegnato le dimissioni, ma finora la leadership del Primo Ministro, Theresa May, non è stata messa in discussione. L'intero white paper con i dettagli della proposta non è ancora stato pubblicato ma le informazioni disponibili indicano che il Governo si sta muovendo verso una "soft Brexit".


La proposta deve ancora essere negoziata con Bruxelles e c'è la possibilità che le posizioni cambino una volta iniziate le negoziazioni. La reazione del mercato azionario britannico a questi ultimi sviluppi è stata minima, forse perché molti si aspettavano una "soft Brexit". Guardando al lungo termine, il continuo supporto per il partito Conservatore da parte di coloro che hanno votato a favore della Brexit, potrebbe vacillare se dovessero rimanere insoddisfatti dal tipo di uscita ottenuta.
La sfida più ovvia per l'azionario a livello globale al momento riguarda il deterioramento in corso delle relazioni commerciali, con il Presidente Usa Trump che sta imponendo dazi su diversi settori e l'inevitabile reazione della Cina e in maniera minore anche dell'Europa. A causa di tali incertezze, è molto difficile interpretare l'impatto che avranno sul commercio più in generale. Tuttavia, il sentiment ne risentirà se non verranno trovati accordi nel breve termine.

Le valutazioni sono ancora positive per l'Europa

Ci saranno sempre sorprese positive o negative per l'azionario, che per definizione è imprevedibile, ma un rallentamento dell'economia non implica necessariamente mercati più deboli.


I mercati sono veloci nel prezzare una crescita economica più debole e riteniamo che le valutazioni globali al momento stiano riflettendo i fondamentali. Ciò detto, secondo il nostro punto di vista, le valutazioni dell'Eurozona continuano ad essere attraenti, rispetto ad altri mercati.

La selezione dei titoli è di cruciale importanza

Entrando in un periodo di crescita più lenta, individuare le società più attraenti diventa sempre più importante per gli investitori che mirano ad anticipare i mercati. Generare alpha, invece di fare affidamento su una crescita ampia e correlata agli utili del mercato, può fare la differenza in un contesto di dispersione dei ritorni. In un contesto di potenziale rallentamento dell'economia, è di cruciale importanza riuscire a identificare le società che si stanno impegnando per migliorare le loro performance.

Rory Bateman, Head of UK & European Equities, Schroders


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