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Editoriale
Neanche la luna di miele
Saranno come molti li considerano, dei "dilettanti allo sbaraglio" - manco il Governo di un Paese fosse la Corrida di Corrado Mantoni - certo è che non hanno neanche goduto della fisiologica "Luna di miele" concessa ad ogni esecutivo da sempre. Ha ragione Paolo Mieli quando afferma che "questo è il primo esecutivo non supportato da alcun media, giornale o TV". Infatti, ancor prima del suo insediamento, è stato oggetto di un fuoco di sbarramento mai visto in Italia. Berlusconi almeno, alla sua discesa in campo, aveva già il suo impero TV e almeno un quotidiano, per quanto di modesta tiratura rispetto alle corazzate tradizionali. Invece il governo giallo-verde non ha media amici. Si può dire che il suo traino, la sua voce è solo la rete. Già, il web, proprio il media ormai più pervasivo e che al Parlamento Europeo hanno cercato di imbavagliare - per il momento senza riuscirci - anche perché così si veicola meglio il pensiero unico di Bruxelles. Prima il pretesto erano le Fake News, poi il copyright e la privacy. La prossima volta sarà il populismo? Il fine è sempre quello: evitare che ci si possa informare su media diversi da quelli omologati. Abbiamo sentito per anni, e sentiamo tuttora, cantare le laudi autorazziste in salsa tedesca e francese a reti unificate. Ora è il caso di ricordare, a Bruxelles e in qualche cancelleria (oltre che in molte redazioni nostrane) che il Rinascimento è nato in Italia. E non per caso. Le nostre eccellenze sono da sempre riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo: non abbiamo inventato solo la pizza e il mandolino. Questo governo è stato eletto dagli italiani, una maggioranza assoluta che non si vedeva dal 1987, merita il rispetto che gli si deve. Anche senza "Luna di miele". Giudicheremo sui fatti concreti, non sui pregiudizi.
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