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18/07/2018

economia

BCE: due passi avanti e un passo indietro

Diggle (Aberdeen Standard Inv.): la forward guidance non ha reso la politica sufficientemente accomodante da riportare l'inflazione verso il target su un orizzonte tipico di politica monetaria

L'esperienza della BCE con la forward guidance è iniziata nel luglio del 2013, con l'affermazione introduttiva "il Consiglio direttivo si aspetta che i tassi di interesse di riferimento della BCE rimangano a livelli attuali o inferiori per un lungo periodo di tempo".
Da allora, la forward guidance è stata modificata in diverse occasioni. Dal 2015 in poi, la BCE ha usato la forward guidance per dare un orizzonte definito per gli acquisti netti di asset - continuamente estesa fino all'annuncio finale del tapering, che vedrà la conclusione degli acquisti di asset alla fine di quest'anno. Nel dicembre del 2016 era stata aggiunta una riga secondo cui "se? l'outlook sarà favorevole? il Consiglio direttivo intende incrementare il programma (di acquisto di asset) in termini di portata e/o durata". E la guidance che indica la probabile data del rialzo dei tassi è stata modificata a più riprese, prima fino a "ben oltre l'orizzonte degli acquisti di asset" e, più recentemente, a giugno 2018, fino "almeno all'estate del 2019 e comunque per tutto il tempo necessario".
Tipicamente, la forward guidance della BCE è stata Delfica (come l'oracolo di Delfi ha "bisbigliato" le sue aspettative circa il percorso più probabile della politica monetaria in futuro, più indicare un impegno ferreo), condizionata (subordinando le possibili azioni di politica monetaria a stati qualitativi dell'economia), e in diversi momenti sia aperta ("per un periodo prolungato di tempo") sia basata sul calendario ("almeno fino all'estate del 2019").

La BCE ha definito la forward guidance come "un chiarimento delle valutazioni del Consiglio Direttivo sulle prospettive di inflazione? e della strategia di politica monetaria adottata sulla base di tale valutazione". In altre parole, lo scopo della forward guidance della Banca Centrale Europea è aiutare gli operatori economici a dedurre in modo più accurato il probabile futuro dei tassi di interesse e della politica di bilancio, soprattutto in periodi di maggiore incertezza.
Per la gran parte del periodo post-crisi, si temeva che investitori, imprese e consumatori avrebbero anticipato una politica economica più restrittiva in modo inappropriato e, di conseguenza, la forward guidance è stata uno strumento volto a incrementare l'approccio accomodante della politica monetaria, fissando con maggiore fermezza e aspettative le aspettative sulla politica monetaria su un percorso più solido, giustificato dalle stime previsionali della BCE.

La forward guidance ha funzionato?

Nel complesso, sì. Secondo alcuni studi, i successivi "pezzi" di forward guidance della BCE hanno portato a una riduzione dei tassi di interesse lungo l'intero arco delle scadenze, poiché le aspettative sui tassi di interesse si sono allineate alle previsioni della stessa BCE in relazione al percorso più appropriato.


Il presidente Draghi, ad esempio, ha affermato che le aspettative sui tassi di mercato sono diminuite in seguito al miglioramento degli orientamenti per il futuro del 14 giugno 2018 che "l'andamento dei tassi di interesse a brevissimo termine implicito nella struttura a termine degli attuali tassi di interesse del mercato monetario riflette ampiamente i principi (della BCE)". La forward guidance della BCE ha inoltre ridotto l'incertezza sulla politica futura e ridotto la sensibilità delle aspettative sui tassi da parte del mercato a ogni piccolo dato economico. Tuttavia, il fatto che la BCE sia ancora impegnata nella forward guidance, cinque anni dopo aver detto ai mercati che avrebbe mantenuto i tassi molto bassi "per un lungo periodo di tempo", suggerisce che, anche in combinazione con gli acquisti di attività e tassi ultra-bassi, la forward guidance non ha reso la politica sufficientemente accomodante da riportare l'inflazione verso il target su un orizzonte tipico di politica monetaria.

Paul Diggle, Senior Economist, Aberdeen Standard Investments


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