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11/07/2018

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Il lavoro è liquido e sempre più Smart

Mordini (Regus): è inevitabile che il cambiamento si rifletta in un'evoluzione del concetto di ?sede' e anche dei portafogli immobiliari delle nostre aziende

Due terzi degli intervistati italiani lavora da remoto almeno una volta alla settimana, uno su 10 addirittura tre volte alla settimana. E, secondo il 92% del campione nazionale, sono i dipendenti a chiedere sempre più alle aziende un lavoro che sia davvero "smart".
Sono i risultati dello studio annuale condotto da IWG, leader nella rivoluzione degli spazi di lavoro, su un campione di 18.000 professionisti di 96 diversi Paesi del mondo, che ha coinvolto anche 200 uomini d'affari, manager o titolari di aziende italiani. Innovazione tecnologica, globalizzazione e specifiche esigenze dei dipendenti sono i fattori trainanti di questa vera e propria rivoluzione del concetto stesso di lavoro secondo IWG, primario gruppo di aziende fornitrici di spazi di lavoro flessibile, tra cui Regus e Spaces.

I risultati italiani

Due terzi degli intervistati italiani dichiara di lavorare da remoto almeno una volta alla settimana (74% - quattro punti percentuali in più rispetto alla media globale), 1 su 10 addirittura tre volte a settimana (11%).

9 intervistati italiani su 10 (92%), inoltre, affermano che un numero crescente di aziende sceglie spazi di lavoro flessibili per rispondere a una specifica richiesta dei dipendenti. Si tratta di un driver di sviluppo dello smart working più forte nel nostro Paese rispetto alla media globale, dove la medesima affermazione trova il consenso di quasi 8 rispondenti su 10 (78%). Secondo il 79% degli intervistati, il lavoro da remoto aiuta a raggiungere un più efficace equilibrio tra vita professionale e vita privata, migliorando soprattutto la vita dei lavoratori pendolari (81%). Tutto ciò aumenta la soddisfazione degli italiani nei confronti della professione: lo afferma il 71% degli intervistati del Belpaese, ben 13 punti percentuali in più rispetto alla media globale e 18 rispetto ai rispondenti inglesi. Lo smart working, tuttavia, non porta benefici solo ai lavoratori: fa bene anche all'azienda. Secondo l'88% dei rispondenti italiani, fa crescere il business e aiuta l'impresa a rimanere competitiva sul mercato; per l'83%, aiuta a massimizzare i profitti. Inoltre, permette al business di sbarcare su nuovi mercati (che ottiene il consenso dell'80% del campione) e di reclutare e trattenere i migliori talenti in termini di risorse umane (78%).



I risultati a livello globale

La rilevazione IWG attesta che il 70% dei rispondenti a livello globale lavora almeno un giorno alla settimana in un luogo diverso dall'ufficio. Più della metà (53%) lavora da remoto per metà settimana o più, mentre circa l'11% svolge le proprie mansioni fuori dalla sede principale della propria azienda addirittura cinque volte a settimana. Tra i vantaggi per le aziende, i rispondenti segnalano la crescita del business (89% - dal 67% del 2016); competitività (87%, in aumento rispetto al 59% del 2014); produttività (82%, in aumento rispetto al 75% del 2013); massimizzazione dei profitti (83%) e capacità di attrarre e mantenere dipendenti di talento (80%, in aumento rispetto al 64% del 2016).

Secondo Mauro Mordini, Country Manager di Regus Italia, "stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione del concetto stesso di lavoro. Chiamiamolo pure smart working, lavoro agile, flessibile, da remoto? Tra non molto si chiamerà solo ?lavoro' e sarà la normalità. Assistiamo in questo momento a una fase di transizione, in cui l'importanza di questo nuovo lavoro liquido è sempre crescente ed è oggetto di profonde discussioni da parte di molteplici funzioni aziendali, tra cui il risk management, lo sviluppo del business, le risorse umane e le funzioni di marketing e strategia.


È inevitabile che tutto ciò si rifletta in un'evoluzione del concetto di ?sede' e anche dei portafogli immobiliari delle nostre aziende. La rivoluzione del lavoro, insomma, è già in atto e IWG, con i brand Regus e Spaces, è in prima linea".


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