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04/07/2018

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Industria conciaria: alfiere del Made in Italy

Russo (Unic): rappresentiamo la qualità e manteniamo la leadership globale della pelle italiana, un comparto che ha chiuso un 2017 positivo

La conceria italiana nel mondo è protagonista assoluta nell'interpretare e soddisfare le esigenze del lusso e della moda, del design e dell'automotive. Le sue pelli rappresentano la miglior espressione qualitativa e creativa dell'artigianalità italiana. Un'artigianalità riconosciuta a livello internazionale per il valore innovativo dei suoi processi industriali e per l'attenzione posta su tutti gli aspetti che contribuiscono a definire il concetto di sostenibilità.
"Un solido dinamismo e la rafforzata dimensione internazionale. La vocazione innovativa. L'attenzione all'ambiente che si traduce nell'impegno per la sostenibilità". Così il presidente di Unic (Unione Nazionale Industria Conciaria) Gianni Russo ha avviato l'Assemblea Generale dell'associazione e ha presentato il rebranding in Unic - Concerie Italiane. "Un naming - ha spiegato Russo - che rappresenta un sigillo di qualità e testimonia la leadership globale della pelle italiana, che ha chiuso un 2017 positivo. La produzione complessiva è cresciuta del 6,1% in volume (129 milioni di metri quadri di pelli finite; 11 mila tonnellate di cuoio suola) e dell'1,8% in valore, attestandosi sui 5,1 miliardi di euro".


Numeri, ha affermato il Presidente di Unic, che "confermano ancora una volta solidità e forza" di un settore composto da 1.213 aziende e 17.746 addetti (il 20% dei quali è donna), che, dopo un biennio caratterizzato da lievi decrementi, torna in area positiva e continua a investire in sostenibilità "oltre il 4% del proprio fatturato annuale, cioè più di 200 milioni di euro. Nel 2002 erano la metà".
La sostenibilità per Unic è ormai da anni una priorità per il settore. "Giocando d'anticipo, - ha dichiarato Russo - abbiamo soddisfatto le richieste dei brand internazionali, grazie all'impegno sinergico tra i diversi anelli della filiera. Assicuriamo alla clientela prodotti trasparenti e tracciabili. La sicurezza chimica e ambientale è un must per le aziende conciarie italiane. Più di metà del fatturato è realizzato da imprese certificate, la ricerca e l'innovazione mirata ci hanno permesso di ridurre notevolmente l'utilizzo di acqua, energia, prodotti chimici. Più di tre quarti dei rifiuti aziendali sono destinati a recupero".
Il segno complessivamente positivo del 2017 appare legato alla domanda proveniente dalla clientela automotive e dai produttori di pelletteria (entrambe in crescita a doppia cifra).

In lievissimo aumento anche la calzatura, che si conferma primo utilizzo dei nostri materiali, seppur con una quota ormai inferiore al 40% del totale.
Le esportazioni di pelli conciate, che l'anno scorso sono state pari a oltre 3,8 miliardi di euro ed hanno raggiunto 120 Paesi, mostrando un aumento dello 0,5% in valore. Tra i principali Paesi esteri di destinazione, si segnala il ritorno al rialzo delle spedizioni italiane (in valore) verso l'area cinese, tornate in territorio positivo (+3%) dopo un biennio difficile. L'andamento delle esportazioni, che interrompe il trend lievemente negativo che aveva caratterizzato il 2015 e il 2016, rappresenta una conferma di quanto il contributo dei mercati esteri risulti da tempo fortemente maggioritario e abbia superato, negli ultimi anni, il 75% del totale della produzione. Nel 1992 la quota era pari al 35%.
La crescita in tutti i più importanti indicatori congiunturali ha portato l'industria conciaria italiana ad incrementare ulteriormente i propri primati internazionali. I conciatori italiani sono infatti primi nella classifica mondiale dei maggiori produttori, con una quota in valore pari al 20% del totale globale (addirittura 65% nell'area UE), e dei maggiori esportatori, dato che il 27% delle pelli finite complessivamente esportate nel mondo ha origine italiana.



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