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27/06/2018

economia

Investire in India è ancora un buon affare

Maier (Raiffeisen CM): sempre più segnali indicano che nei prossimi anni gli investimenti infrastrutturali e la spesa in conto capitale da parte delle imprese siano all'inizio di un trend rialzista

Il governo indiano ha recentemente concluso l'ultima fase di implementazione di un sistema di identificazione unico rilasciato ai residenti nel Paese sulla base di dati biometrici e anagrafici.
L'implementazione di un sistema di identificazione unico (Aadhaar) è stata una riforma strutturale molto importante, che copre il 99% della popolazione indiana adulta. Grazie a questo modello di Direct Benefit transfers, il governo indiano è in grado di individuare con maggiore precisione le persone idonee a ricevere sussidi, arrivando a risparmiare annualmente circa 7 miliardi di dollari.
Per esempio, grazie al sistema Aadhaar, si stima siano state annullate almeno 23 milioni di Ration Card (il 10% del totale) illegittime. In passato infatti le Ration Card, che danno diritto a razioni di beni di prima necessità gratis o a prezzi molto bassi alle famiglie indigenti, erano stampate su semplici fogli di carta ed erano quindi facilmente falsificabili.
Il governo indiano potrà utilizzare il denaro risparmiato grazie al sistema di identificazione unico, per importanti investimenti nelle infrastrutture, che sosterranno la crescita economica negli anni a venire.



Opportunità di crescita per le imprese indiane

Sono diverse le aziende private che hanno beneficiato dell'introduzione di Aadhaar. Un esempio su tutti è Reliance Jio, il più grande network 4G in Indida che fa capo a Reliance Industries, che ha adottato la piattaforma e-KYC (Know Your Customer) basata sul sistema Aaadhar, che ha consentito all'operatore di accelerare incredibilmente il ritmo delle sottoscrizioni, portandolo fino a un milione al giorno, con costi e tempi di attesa molto inferiori rispetto ai conconcorenti.
Riteniamo che la tendenza positiva continuerà e addirittura migliorerà, poiché le importanti riforme strutturali, come l'introduzione dell'Imposta su beni e servizi (Goods and Services Tax) combinata con la lotta contro la corruzione, porteranno a una crescita più elevata del PIL.
Nel medio-lungo termine, dunque, riteniamo che l'India sia un Paese da scegliere poiché sempre più segnali indicano che nei prossimi anni gli investimenti infrastrutturali e la spesa in conto capitale da parte delle imprese siano all'inizio di un trend rialzista che porterà a un ciclo positivo degli investimenti.

Ciò dovrebbe favorire un ciclo d'investimenti positivo: più imprese, più posti di lavoro, più consumi interni, maggiori entrate fiscali per il governo e più spazio per aumentare ulteriormente gli investimenti infrastrutturali.
Il governo indiano è prossimo al pareggio del bilancio per la prima volta dalla crisi finanziaria globale del 2007-2009. Le statistiche preliminari suggeriscono che questo potrebbe essere il quarto anno consecutivo con un disavanzo inferiore all'1% del PIL, e il quarto anno consecutivo sotto il controverso Primo Ministro Narendra Modi.
Sul fronte fiscale, il governo sta facendo un buon lavoro, con il disavanzo di bilancio del governo centrale che scende sotto il 4% del PIL e continua a registrare una tendenza al ribasso. Anche il disavanzo della bilancia delle partite correnti è diminuito in misura significativa rispetto al vecchio governo. Questo ha aiutato la valuta che alcuni anni fa era inclusa tra i "fragile five", mentre ora è diventata decisamente più stabile rispetto a valute come la lira turca o il Rand sudafricano.

Economia: prospettive ancora positive

Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha recentemente ribadito che per il 2018 l'India sarà la prima economia in termini di crescita, con un tasso di crescita del 7,4 per cento che salirà al 7,8 per cento nel 2019 e prospettive a medio termine ancora positive.


La crescita attesa del PIL potrebbe addirittura salire a oltre l'8% nel corso dei prossimi anni. Questo accadrà quando oltre al settore pubblico anche il settore privato tornerà a investire in infrastrutture, cosa che attualmente non si sta verificando. Il risanamento dei non performing loan delle banche del settore pubblico dovrebbe sostenere la crescita del credito nei prossimi anni, il che sosterrà anche una maggiore crescita del PIL.

Jürgen Maier, gestore azionario CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management


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