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Editoriale
La truffa del rapporto debito/Pil
I parametri di Maastricht sono una gabbia, una camicia di forza che di fatto lega le mani dei Paesi dell'eurozona. L'Italia più di tutti. E sono anche senza alcun fondamento scientifico, come il famigerato 3% relativo al rapporto debito/Pil, inventato sui due piedi. Ma, al di là del dato in sé, l'errore più macroscopico (grave e volutamente in malafede) è considerare nella componente debito unicamente quella pubblica, che di per sé è importante, ma non significa molto. Per avere una corretta visione di questo fattore, occorrerebbe sommare al debito pubblico anche il debito privato. Quest'ultimo è stato indicato anche da Costancio (vice presidente della BCE) come la vera causa dei problemi dei Paesi periferici, ciò che ha scatenato gravi crisi in Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda. Se venisse calcolato insieme a quello statale, come già chiesto più volte fin dai tempi di Berlusconi, l'Italia avrebbe una ben altra posizione in classifica nell'eurozona. E ben altra considerazione, visto che saremmo tra i "virtuosi". Già, perché da noi il tasso di debito privato è decisamente inferiore a tutti gli altri Paesi (peraltro gran parte del debito sono mutui), che sono messi molto ma molto peggio di noi, soprattutto tra i virtuosi del Nord. La riprova? La Finlandia, che rispetta tutti i parametri di Maastricht, ma in realtà si trova in una spirale di crisi da cui non riesce ad uscire. Il debito pubblico ed il suo rapporto col Pil sono il gancio a cui Bruxelles (ma si legge Francia e Germania) ci tengono appesi per evitare che il Paese esca dalla crisi. Perché sanno bene che l'Italia crescerebbe a ritmi sostenuti e metterebbe in crisi la loro leadership, se svincolata dalle catene.
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