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Editoriale
Che gran silenzio sul debito privato in eurozona!
Ci martellano sul fatto che uno dei problemi - anzi IL problema - che affligge il nostro Paese riguarda il debito pubblico e il suo rapporto con il PIL. E' elevato, dobbiamo abbatterlo e cresce costantemente, nonostante ormai quasi sette anni di austerità e tagli. Probabilmente la ricetta è sbagliata, ma puntar sempre l'attenzione su questo, consente di non mostrare - come in un gioco di prestigio - un problema ancora più grande. Però, riguardando altri stati, non se parla. Parliamo del debito privato, quello contratto da famiglie e imprese, quello che qui è in parte sfociato nei famigerati NPL.
Se prendiamo i primi 10 Paesi al mondo (fonte BIS, Banca dei Regolamenti Internazionali, 2017) scopriamo che in relazione al PIL, al primo posto c'è la Svizzera (127%), seguita da Australia (122%) e Danimarca (117%). Troviamo poi i "virtuosi" Paesi Bassi (107%), Norvegia (102%) e Canada 100%). Nei 10 anche Gran Bretagna (87%) e Svezia (86%). L'Italia è molto lontana e staccata, con solo il 41%.
Fa specie notare come tutti i primi 10 sono Paesi ai quali l'agenzia di rating S&P (ma anche altre) assegna la tripla A, tranne la Corea del sud e la Gran Bretagna, che però hanno un rating AA. Inoltre, cinque di questi dieci Paesi hanno addirittura un debito pubblico inferiore al 50% del proprio PIL. Sembrerebbe che al crescere del debito privato diminuisca quello pubblico e viceversa. Il risparmio privato e il debito pubblico sono due facce della stessa medaglia, visto la propensione da sempre ad investire in titoli di stato degli italiani. E visto che a livello di ricchezza privata pro capite siamo secondi solo al Belgio in Eurozona, hai visto mai che i Paesi "virtuosi" del nord, con grande debito privato, puntino ai nostri risparmi e alle nostre case?
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