Contraffazione: la sfida dei social media
Sicard (MarkMonitor): i truffatori cercano di vendere prodotti contraffatti ai consumatori postando commenti 'nascosti' sui post dei brand ufficiali con link che portano su siti falsi
Non c'è dubbio che i social media abbiano trasformato il modo in cui i brand interagiscono con i consumatori. Tuttavia, il fenomeno dei social ha anche aperto le porte a nuove strade per la vendita e diffusione di prodotti contraffatti, rischiando di danneggiare la reputazione dei brand. Nonostante le politiche di prevenzione e le linee guida in atto su questi siti, i contraffattori sono particolarmente abili nell'utilizzare queste piattaforme per impersonare i brand. I truffatori lo fanno utilizzando immagini, nomi dei brand e loghi legittimi per apparire credibili, prima di promuovere i prodotti falsi e indirizzare i consumatori verso siti web contraffatti. Che si tratti di falsi account sui social media, annunci illegittimi o pubblicità su marketplace online, questo rappresenta un serio problema che sta causando notevoli difficoltà ai brand di ogni dimensione.

Ciò però non significa che non si intraprendano azioni per impedire che ciò accada. Molti brand scelgono di implementare strategie di protezione del brand online incentrate sui consumatori, che possono aiutare a eliminare i casi più incisivi di contraffazione e al tempo stesso, rendere più difficile causare danni da parte di questi individui malintenzionati. Esiste però un'area particolarmente vulnerabile che molte aziende non stanno prendendo in considerazione: le loro stesse piattaforme di social media.
Come esperti di protezione del brand online, in MarkMonitor, stiamo assistendo a una nuova tendenza nel mondo del brand enforcement online in cui i truffatori cercano di vendere prodotti contraffatti ai consumatori postando commenti nascosti sui post dei brand ufficiali con link che portano su siti falsi, progettati per ingannare i consumatori e spingerli ad acquistare.
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