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Editoriale
Ancora tagli sulle pensioni? No, grazie
L'FMI ci riprova. In un working paper esorta l'Italia ad adottare misure per ridurre le pensioni calcolate con il metodo retributivo e quello misto, ridurre i criteri della reversibilità e alzare il contributo da parte dei lavoratori autonomi. Senza contare che chiede anche di eliminare i benefici nel calcolo delle pensioni delle madri lavoratrici, spostando le agevolazioni nell'ambito della spesa sociale. Insomma, un altro bel salasso nelle tasche degli italiani già penalizzati dalla riforma Fornero e dalle ultime riforme in materia di previdenza. Però ci sarebbe da fare una considerazione: l'INPS dichiara una spesa per erogazioni di 258,8 miliardi di euro (dato 2016), che effettivamente ci attirerebbe qualche obiezione e critica. Però, Istat, Inps e Ragioneria generale dello stato utilizzano diverse definizioni di spesa pensionistica, previdenziale e assistenziale, e le stesse organizzazioni internazionali pubblicano numeri differenti, sempre forniti dalle nostre istituzioni. Quello che però non viene considerato è che la cifra di 258,8 miliardi di euro è lorda, comprende cioè anche circa 42 miliardi di Irpef che lo stato incassa. Considerando correttamente la cifra netta, la spesa reale si abbassa considerevolmente. Calcolo che fanno anche gli altri Paesi prima di dichiarare agli enti internazionali il dato. C'è un limite all'autolesionismo?
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