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14/02/2018

economia

Draghi può far poco per contenere la forza dell'euro

Wall (OMGI): nonostante la normalizzazione delle politiche della Banca Centrale sia positiva e rifletta la notevole ripresa vista dalla BCE, essa non è priva di rischi

Sembrerebbe che, dopo molti anni di generosità da parte delle Banche centrali, la loro onnipotenza stia ora svanendo, via via che i fondamentali economici prendono il sopravvento. Anche se il Presidente della BCE, Mario Draghi, ha evidenziato una serie di preoccupazioni riguardo alla volatilità dell'euro, c'è poco che possa fare per contenere l'attuale forza della moneta europea dato che le prospettive di crescita sono così positive, a meno di intraprendere guerre valutarie su larga scala.
Anche i rendimenti dei titoli di Stato europei stanno cercando di rialzarsi dai bassi livelli che hanno raggiunto. Il mercato sta anticipando la fine del quantitative easing, il tasso minimo di rendimento finanziario per gli acquisti addizionali di settembre sembra infatti molto alto al momento: servirebbe un rallentamento della crescita o un calo delle aspettative sull'inflazione, cosa che al momento non sembra all'orizzonte.
L'Europa sta crescendo oltre il proprio potenziale (rispetto alla crescita della popolazione e alla produttività) e la disoccupazione sta diminuendo. Di conseguenza, ci aspettiamo che l'inflazione aumenti quest'anno e cresca la pressione sulla BCE affinché ponga fine al QE.

La curva di Phillips, data la forza lavoro europea più sindacalizzata, potrebbe anche essere meno piatta di quella statunitense - basti guardare alle negoziazioni sui salari in Germania per capire se i lavoratori possono ottenere una percentuale più ampia del reddito nazionale. Nonostante la normalizzazione delle politiche della Banca Centrale sia positiva e rifletta la notevole ripresa vista dalla BCE di Draghi, essa non è priva di rischi.
I tassi di interesse bassi, e spesso negativi, hanno riguardato tutte le asset class. Via via che il tasso risk-free aumenterà, spingerà a cercare strategie che puntano alla generazione di rendimento, che negli ultimi anni hanno visto grandi afflussi, siano esse focalizzate su obbligazioni societarie, azioni ad alto rendimento, o real estate.
L'ampio programma di acquisto della BCE ha avuto anche l'effetto di creare forti deflussi di capitale dall'Europa verso i mercati obbligazionari di Stati Uniti e Regno Unito. Via via che i rendimenti europei aumentano e diventa più attraente rimpatriare i capitali portati all'estero, il premio sul termine dei titoli di Stato statunitensi e inglesi dovrebbe aumentare.


Dovremmo vedere un sell-off sui rendimenti anche in queste aree, mentre le curve dovrebbero tipicamente irripidirsi.

Nicholas Wall, gestore del fondo Old Mutual Absolute Return Bond, Old Mutual Global Investors


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