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31/01/2018

idee

L'economia italiana è tornata a crescere

Trento (Fondazione Ergo): permane nel nostro sistema economico un problema di produttività, che nel periodo 1995-2016 è cresciuta mediamente ad un modesto tasso annuo dello 0,3%

Nel 2017 il PIL è aumentato dell'1,5%, un risultato positivo ma ancora inferiore rispetto alla media europea, alla Germania e alla Francia. Siamo ancora lontani da una crescita consolidata e vicina al nostro potenziale. E' quanto emerge dal Bollettino Statistico del Centro Studi di Fondazione Ergo.
"Permane nel nostro sistema economico un problema di produttività, afferma Sandro Trento, Direttore della Fondazione Ergo. "Come avevamo osservato nel nostro precedente Bollettino Statistico, ?la produttività del lavoro definisce la capacità di crescere e di competere di un Paese; è il rapporto tra l'output prodotto e il fattore produttivo del lavoro utilizzato per produrlo, ossia l'unità di prodotto per lavoratore o per ora lavorata'. La dinamica della produttività quindi sintetizza in qualche modo lo stato di salute di un paese, sotto il profilo economico".
Nel periodo 1995-2016, la produttività italiana è cresciuta mediamente ad un modesto tasso annuo dello 0,3%. L'indice della produttività del lavoro, espressa come valore aggiunto per ora lavorata con anno di riferimento il 2010 (100), mostra come l'Italia sia sostanzialmente rimasta ferma nell'arco di 13 anni, passando da 100,3 nel 2004 a 100,9 nel 2016.


"Se consideriamo l'intera economia - continua Trento - la produttività del lavoro ha subito un calo dell'1% nel 2016 rispetto al 2015. Nell'ambito dell'industria in senso stretto nel 2015 rispetto al 2014 è cresciuta soltanto l'industria manifatturiera dell'1,9%. L'industria quindi resta il motore del nostro sistema economico anche se ancora non ha recuperato la sua piena capacità di sviluppo e se al suo interno si riscontrano situazioni molto variegate.
A livello regionale, le regioni italiane del Nord presentano la maggiore produttività del lavoro. Migliore performance per la Lombardia (90esima posizione a livello europeo). Fatta 100 la media europea EU28, la Lombardia ha un indice di 119,6 contro 528,4 di Inner London - West nel Regno Unito. A livello internazionale, nel periodo 2004-2016 sono Spagna, Usa, Germania e Giappone i paesi con la crescita più sostenuta. Più contenuta la crescita di Francia e Regno Unito. Sostanzialmente stabile invece l'Italia, mentre la Grecia registra una consistente decrescita".

Le previsioni della produttività del lavoro

Per l'Italia, le stime 2017 rispetto allo stesso trimestre 2016:
- I trimestre 2017: -0,1% (contro Eurozona +0,5% e Ocse +0,8%);
- II trimestre 2017: +0,4% (contro Eurozona +0,7% e Ocse +0,9%);
- III trimestre 2017 0% (contro Eurozona +0,7% e Ocse +0,9%).


Le previsioni per l'Italia si attestano su un +0,5% per il 2018 e +0,6% per il 2019.
Complessivamente, l'Eurozona a 16 Paesi crescerà in produttività del lavoro di un +0,9% nel 2018 e +0,8% nel 2019, mentre i Paesi Ocse cresceranno del +1,3% sia nel 2018 sia nel 2019. Stando al quadro attuale quindi anche per i prossimi anni ci si attende una crescita moderata della nostra produttività.

La situazione locale

Nonostante la crescita della nostra produttività sia moderata, dal Bollettino Statistico emergono dati positivi:
- L'industria manifatturiera è l'unica, tra i comparti dell'industria in senso stretto, ad aver registrato un aumento dell'1,9% tra il 2014 ed il 2015.
- Le regioni del nord Italia presentano la maggiore produttività del lavoro. Con la media UE pari a 100, la Lombardia registra il maggior indice di valore aggiunto per ora lavorata (119,6), seguita dalle Province Autonome di Bolzano (114,9) e Trento (113,4). La Calabria, con un indice di 77,1, è ultima tra le regioni italiane e 184esima fra le 262 analizzate in Europa.


Al nono posto in Italia, e 123esimo in Europa, il Piemonte (105,1).
- È previsto un aumento della produttività del lavoro di +0,5% per il 2018 e +0,6% per il 2019, nonostante l'andamento tendenzialmente statico nel 2017 rispetto al 2016.
Gli interventi previsti nel Piano Industria 4.0 dal Governo potranno esercitare i loro effetti benefici solo nell'arco di vari anni e in ogni caso la sfida della digitalizzazione esige un ripensamento dei modelli organizzativi e un forte investimento nella riqualificazione della manodopera e nell'inserimento di nuove competenze dentro le aziende italiane.
 


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