Editoriale
E' solo marketing elettorale 

Campagna elettorale partita col turbo. E da qui al 4 marzo sarà pure un crescendo a chi la spara più grossa. E' formalmente iniziata da pochissimo ma assistiamo già a performance degne del miglior Cetto La Qualunque. Tutti i partiti promettono leggi o decreti, che in caso di vittoria alle elezioni, saranno le prime che promulgheranno o abrogheranno. E qui la fantasia si scatena: dalle mance elettorali (che hanno già portato alla vittoria una volta), all'aumento indiscriminato delle pensioni (con buona pace di chi le ha realmente pagate per una vita), fino al rogo di centinaia di leggi (altra cosa già vista). C'è anche chi vuole togliere tasse che ha appena istituito. E tutti che promettono cose che poi sanno già di non essere in grado di mantenere, almeno nella totalità. E quindi assistiamo quotidianamente a leader politici, veri o presunti, che sproloquiano su ogni tema, ogni argomento. Magari contraddicendosi rispetto a quanto detto solo poche ore prima.
L'importante è finire sui media, fare marketing politico, occupare gli spazi. Poco importa se si promettono cose magari anche positive senza alcun tipo di copertura finanziaria. L'importante non è certo dire dove si troveranno i soldi. E poi si può sempre dare la colpa all'Europa che non ci consente di realizzare i nostri progetti. Versione aggiornata del destino cinico e baro. Però, ammettiamolo, è quasi divertente (se non fosse tragico) vedere tutti questi personaggi agitarsi quotidianamente nella battaglia del voto. Una telenovela con fidanzamenti, matrimoni, tradimenti, finte alleanze, scontri verbali, giochi di potere, ricatti, etc. La strada per il 4 marzo è ancora lunga. Ne vedremo delle belle.
Nel frattempo chi pensa al futuro dell'Italia?

Claudio Gandolfo

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