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13/12/2017

economia

Settore tecnologico: sembra tutto uguale, invece è diverso

Secondo il team di Pictet AM, c'è un nuovo boom dei titoli tecnologici. Ma non vuol dire che ci sarà una nuova bolla come quella delle dot.com

Accelerazione, frenata... e nuova accelerazione. Da gennaio i titoli tecnologici hanno fatto segnare un'impennata di oltre il 40% a livello globale e ora valgono il 56% in più che alla vigilia del famigerato crollo del 2000.
Dobbiamo aspettarci una nuova battuta d'arresto?
Crediamo di no. Attualmente i prodotti tecnologici - dai veicoli a guida parzialmente autonoma ai frigoriferi e alle lavatrici con controllo wi-fi sino ai chirurghi robot - sono molto diversi da quelli disponibili 20 anni fa e lo stesso vale per i bilanci delle società informatiche. Allora il contributo netto del settore internet al risultato operativo totale delle società dell'MSCI World si attestava attorno allo zero. Oggi invece è pari al 6-7%.
E questo non è l'unico fattore positivo rispetto all'epoca della bolla. Oggi la valutazione delle società tecnologiche non si basa solo sul numero di utenti ma anche su parametri più tradizionali come il fatturato. Al contempo, l'afflusso di capitali è nettamente superiore poiché miliardi di persone utilizzano dispositivi mobili.
Il rapporto prezzo/utili conferma tale evoluzione.

Il P/E del settore tecnologico globale, pari a 21 volte.
La stagione di pubblicazione dei risultati per il terzo trimestre è già cominciata e per le società informatiche si stima una crescita degli utili del 23,5% anno su anno, il secondo dato più elevato tra i settori dell'S&P 500.
Anche le previsioni di utili si confermano positive: gli analisti hanno buoni motivi per continuare a rivedere le stime al rialzo.
Un'altra differenza rispetto alla vertiginosa euforia dell'epoca delle dot.com è il ruolo centrale della liquidità. Negli USA le prime cinque società in termini di liquidità appartengono al settore della tecnologia, che nel 2016 ha generato il 48% del free cash flow non finanziario totale.
Il significativo miglioramento della posizione del settore tecnologico riflette la velocità dei progressi in materia di digitalizzazione. Oggi 3,7 miliardi di persone hanno accesso a internet e tale dato dovrebbe salire a 4,6 miliardi - oltre la metà della popolazione mondiale - entro il 2021. Si stima che il valore del solo mercato dell'intelligenza artificiale passerà da appena 2 miliardi di dollari nel 2015 a 127 miliardi di dollari nel 2025.


Le società ben posizionate avranno quindi ottime opportunità per crescere e prosperare.

La capacità di scegliere

Non possiamo comunque abbassare la guardia. Per lo sviluppo e la commercializzazione delle nuove tecnologie serve tempo e c'è il rischio di investire troppo presto.
Prendiamo ad esempio il computer quantistico. L'obiettivo è rendere i computer più veloci e intelligenti sfruttando la capacità delle particelle subatomiche di esistere in diversi stati allo stesso tempo. Tuttavia, con ogni probabilità la realizzazione di processori e computer quantistici commerciali richiederà almeno altri cinque anni. Pertanto, molti innovatori della prima ora potrebbero uscire di scena prima che tale tecnologia prenda piede.
I veicoli a guida autonoma invece sono già, almeno in parte, una realtà grazie alla integrazione di alcuni dispositivi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) nelle automobili di ultima generazione. In ogni caso per lo sviluppo di auto, camion e bus senza conducente ci vorranno ancora alcuni anni e altri ne passeranno prima che tali veicoli entrino nel mercato di massa.



Un'altra fonte di preoccupazione è l'aumento del numero di società non propriamente tecnologiche.
Oggi praticamene tutte le aziende vogliono dimostrare di essere al passo con la rivoluzione tecnologica, in un modo o nell'altro. In realtà, però, sono poche quelle che realizzano una consistente percentuale dei propri proventi grazie alle innovazioni più recenti. Un altro fattore da considerare è la regolamentazione. Visto il ruolo dominante dei principali player tecnologici sul mercato, normative più rigide potrebbero accrescere la concorrenza e tutelare i consumatori.
Senza dubbio, le posizioni nella tecnologia sono più inflazionate per via dei consistenti flussi in entrata nei fondi che investono in tale tema. Anche le opportunità sono in aumento poiché sempre più società dei mercati emergenti stanno entrando nell'universo tech.
A nostro parere, finché il rialzo dei prezzi andrà di pari passo con la crescita degli utili i titoli tecnologici si muoveranno nella giusta direzione. Prese di profitto e correzioni di mercato come quelle del 2016 sono ovviamente inevitabili, ma prevediamo un futuro radioso per gli investitori di lungo periodo disposti e capaci di sopportare la volatilità di breve periodo.


 


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