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06/12/2017

leisure

Dati personali: moneta del futuro o rischio per l'impresa?

Nell'era della digital economy e all'alba del GDPR, gli operatori del mercato tendono ad assegnare un valore economico ai dati personali. Ma qual è il loro valore intrinseco?

Vent'anni e, per certi versi, dimostrarli tutti. Ma per fortuna, neanche del tutto cercata, arriva una nuova ondata di vitalità con connesse competenze e problematiche assai rilevanti per le imprese da risolvere.
Stiamo parlando dei 20 anni di attività del Garante per la protezione dei dati personali in Italia, l'organismo che vigila sul corretto trattamento dei dati personali.
Per tratteggiare un primo bilancio su quanto fatto, una nutrita pattuglia di esperti - capitanati da Laura Liguori ed Oreste Pollicino dello Studio Portolano Cavallo e Giuseppe Busia, Segretario Generale del garante -, ha appena pubblicato il testo "Le nuove frontiere della privacy nelle tecnologie digitali. Bilanci e prospettive".
Una minuziosa ricostruzione di cosa è stato fatto e delle principali criticità che sono state affrontate. Fin qui, verrebbe da dire, nulla di tremendamente nuovo.
Dove invece il testo cambia passo è nella parte in cui mette a nudo le grandi questioni che il prossimo regolamento (GDPR) in vigore dal maggio 2018 porrà alle imprese.


Partendo non soltanto dai numerosi obblighi che la disciplina impone, ma soprattutto, concentrandosi sulla riflessione legata al valore economico che i nostri dati, nell'economia sempre più digitale, hanno acquisito.
Come sottolineano correttamente i curatori, "La vera rivoluzione che il nuovo regolamento comporta non è tanto nel dato normativo, quanto nell'approccio che dovranno adottare coloro che fondano la propria attività economica o amministrativa sul trattamento dei dati personali. Sono necessarie nuove generazioni di manager e consulenti pronti ad assumersi la responsabilità connesse all'adozione di misure sulla base delle valutazioni dei rischi. Dove per rischio legato al trattamento dei dati personali non deve intendersi esclusivamente quello connesso alla sicurezza del dato personale, quanto anche quello relativo alla tutela dei diritti e delle libertà fondamentali degli interessati, messe in pericolo dall'incredibile quantità di dati e trattamenti che possono rivelarsi invasivi e discriminatori".
Il nuovo regolamento data protection sancisce il passaggio ad un approccio risk based, nel quale un ruolo centrale viene riconosciuto alle imprese in quanto titolari del trattamento.


Le conseguenze sono significative, spostando di fatto oneri ed onori su chi il dato si trova a dover gestire.
Ma la nuova disciplina tocca il cuore del problema: in che misura i dati personali sono suscettibili di avere un valore economico intrinseco? I dati come un bitcoin che le imprese esigono in cambio di beni e servizi sempre più sofisticati trasmessi grazie alle piattaforme digitali?
Nell'era della digital economy, sottolineano correttamente i curatori del libro, gli operatori del mercato tendono ad assegnare un valore economico ai dati personali. Ma qual è il loro valore intrinseco? E tale valore è suscettibile di modificarsi, fluttuare, quotarsi in base all'andamento di altri mercati? Domande affascinanti, cui speriamo solo si diano risposte concrete, non nei prossimi vent'anni.

Titolo: Le nuove frontiere della privacy nelle tecnologie digitali. Bilanci e prospettive
Autori: G. Busia, L. Liguori, O. Pollicino
Editore: Aracne
Pagine: 652

@federicounnia - Consulente in comunicazione

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