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25/10/2017

marketing

Big Data: il fine è la targetizzazione

Panella (Ogury Italia): le società che registrano le migliori performance, usano i Real Time Data 5 volte di più delle aziende con performance basse

Se in passato gli istituti di ricerca erano i principali alleati delle aziende per lo studio dei loro consumatori, oggi le aziende si affidano sempre più all'analisi dei dati raccolti attraverso le nuove tecnologie che, se ben sviluppate, permettono di conoscere le abitudini degli utenti e i loro comportamenti di consumo, tracciando con precisione i loro movimenti in spazi fisici e virtuali.
Perché sta avvenendo questo cambio di paradigma? Oggi più del 79% degli italiani si connette a Internet ogni giorno e il 21% di questi lo fa da mobile, secondo la ricerca We Are Social 2016. È dunque dall'analisi del comportamento degli utenti sui loro dispositivi che si possono comprendere le loro abitudini.
Il problema dell'imprecisione dei dati riguarda molto spesso le aziende alle quali vengono venduti dati non qualitativi o poco attuali. Avere accesso ai big data, infatti, non è necessariamente una garanzia. Per avere accesso a dati attendibili bisogna affidarsi a chi ha sviluppato algoritmi, come l'SDK di cui Ogury è proprietaria. I dati vengono raccolti e rielaborati per offrire così la massima qualità in termini di targetizzazione degli utenti.


Ecco allora i 5 principi di Ogury su cui ogni azienda dovrebbe basarsi per determinare la qualità dei dati.

1. Dati ottenuti osservando i comportamenti

I dati più sofisticati sul mercato sono quelli raccolti dall'osservazione del comportamento degli utenti. Infatti, se viene chiesto esplicitamente ad una persona qualcosa riguardante gli aspetti della sua vita è facile che la risposta sia condizionata dall'immagine che la persona vuole dare di sé, quindi non del tutto veritiera. I dati raccolti tramite l'analisi delle abitudini online, invece, non risentono di questa scarsa attendibilità.

2. Dati che mappano l'intera Mobile User Journey

La maggior parte dei dati digitali sono raccolti tramite cookie, ma questi forniscono una visione parziale di ciò che l'utente autonomamente ricerca, circoscritta solo su ad alcuni dei siti che naviga e delle app che utilizza. Cosa dire di tutto il tempo che gli utenti spendono al di fuori di queste? Per comprendere veramente gli utenti è necessario avere dati che rappresentano tutte le attività in tutte le applicazioni e i siti web.

3.

Dati in real time

Siamo abituati a impostare un piano media basandoci su dati raccolti nel tempo, ma che consideriamo dogmatici e immutabili perché "hanno sempre funzionato". Oggi però sappiamo che questo è un limite: nuovi strumenti ci permettono di analizzare i dati in tempo reale. Un recente studio globale di McKinsey afferma che le società che registrano le migliori performance, usano i Real Time Data 5 volte di più delle aziende con performance basse. Una profilazione mirata, consente di evitare dispersioni e di lavorare in efficienza.

4. Dati reali

Acquisire dei dati ha indubbiamente dei vantaggi ma tutte le proiezioni possibili non saranno sufficienti nell'individuare i punti di svolta nei gusti e nel comportamento dei consumatori con anticipo. I dati autentici basati sull'utente diventeranno rapidamente la regola nella pianificazione delle strategie media, riducendo quindi le inefficienze e massimizzando la targetizzazione.

5. Rilevanza

Che ci crediate o no, la pubblicità verrà sempre percepita come qualcosa di negativo dagli utenti. Per cambiare questa prospettiva, serve adottare un approccio che pone al centro il consumatore.


Consentendo agli utenti di scegliere se cedere o meno i propri dati e utilizzando la migliore tecnologia di targetizzazione, i brand hanno l?opportunità di proporre il loro messaggio solo a chi ne è veramente interessato, facendolo così percepire più come una raccomandazione piuttosto che come uno spot.

Luca Panella, Sales Director di Ogury Italia


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