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Editoriale
L'Italia affonda ma il Pil cresce
I dati sul Pil sono stati festeggiati con squilli di trombe e campane a festa da parte del governo e dei media. "C'è la ripresa!" hanno esclamato in molti, forti di uno zerovirgola in più sulle previsioni. E lo stesso faranno con il dato della produzione industriale.
Peccato che le persone normali, i consumatori, i cittadini non riescano a vedere o percepire questo miglioramento. La disoccupazione è più o meno ai livelli di 12 mesi fa. L'inflazione semplicemente non esiste. Le retribuzioni reali hanno un trend negativo. Il lavoro vero latita e i tavoli di crisi aperti in sede istituzionale sono sempre più numerosi e riguardano migliaia di lavoratori a serio rischio licenziamento o ridimensionamento. Per chi non l'avesse capito, quello che accade ai dipendenti ILVA è uno degli effetti eclatanti del Jobs Act. La tassazione diretta e indiretta cresce sempre di più. I consumi sono in calo a causa delle minori disponibilità delle famiglie. Le piccole attività e i negozi chiudono i battenti e le partite IVA sono in forte diminuzione.
Ma il Pil cresce. E la produzione industriale pure.
Gli entusiasti vadano a spiegare il loro giubilo a coloro cui prospettano di andare in pensione a 70 anni, col metodo contributivo, e con la più che probabile prospettiva di arrivarci da disoccupati o sottopagati.
PS: non è un problema di debito pubblico.
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