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Editoriale
Ma di quale ripresa parlano?
Se ci si formasse un giudizio tra le parole del Ministro Padoan a Cernobbio e la nota mensile dell'andamento dell'economia pubblicato dall'Istat, si arriverebbe alla conclusione che l'Italia in questo momento sia non solo sulla buona strade della ripresa, ma anche che quest'ultima sia robusta e in linea con quella europea. L'Istat scrive che "l'indicatore anticipatore mantiene una intonazione positiva segnalando un rafforzamento delle prospettive di crescita". Invece i freddi dati ci mostrano una realtā molto diversa. Agli esponenti del governo che hanno lodato le politiche per il lavoro intraprese, vorremmo sommessamente far notare che in 12 mesi il tasso di disoccupazione č passato dall'11,5% all'11,3%, non esattamente un successo. E quello giovanile sta toccando un poco lusinghiero record. Il Pil č (inaspettatamente per la veritā) cresciuto all'1,5%, ma siamo molto lontani dai tassi di Germania, Francia e Spagna, tanto per citare Paesi confrontabili. La scelta montiana - proseguita dai governi successivi - di far crollare uno dei pilastri del Pil italiano, il comparto immobiliare, si sta mostrando in tutta la sua capacitā implosiva reddituale, distruggendo imprese e patrimoni familiari. E sul fronte fiscale abbiamo una tassazione da Paesi nordici ma a fronte di servizi spesso da terzo mondo. Confcommercio certifica consumi fermi al palo (scendono anche in Europa, e a luglio Germania in testa) e l'inflazione non decolla. Dov'č quindi questa tanto sbandierata ripresa?
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