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Editoriale
La spirale virtuosa del creare lavoro
Le anticipazioni sul libro di Renzi si prestano a molte interpretazioni e qualche riflessione. Se davvero l'ex premier pensa di utilizzare appieno i vincoli dei parametri di Maastricht per avere un margine di spesa pubblica, da un lato sconfesserebbe il fiscal compact e il vincolo di bilancio per abbassare il debito pubblico, votati dal nostro Parlamento. Dall'altro dovrebbe ottenere una approvazione di violazione degli accordi presi in sede comunitaria che non arriverebbe mai. Ma facciamo l'ipotesi scolastica che si riesca strappare una maggior spesa pubblica - quindi a debito - per qualche miliardo di euro: come impiegarli? Renzi spiega nel libro che andrebbero a ridurre la tassazione. Una cosa in questa fase congiunturale lodevole ma inutile! Per far ripartire il Paese occorre creare lavoro vero (anche con grandi opere pubbliche) in modo tale che si possa invertire la spirale involutiva di un PIL che cresce poco e un alto tasso di disoccupazione. Peraltro, aumentando il PIL, di abbasserebbe anche il suo rapporto con il deficit, che è poi il parametro di Maastricht in questione. Più investimenti nel lavoro significa più risorse nelle tasche di famiglie e imprese, che generano di fatto una ripresa dei consumi, un abbassamento dei livelli di indebitamento, migliore salute per le banche, maggiore gettito fiscale ecc. Solo poi si potrà pensare alle aliquote. Così come impostata è solo l'ennesima mancia elettorale, che indebiterà di più il Paese senza effetto alcuno.
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