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Editoriale
Se Merkel mette l'elmetto
"Impossibile ormai fidarsi degli USA e della Gran Bretagna. L'Europa deve davvero prendere il suo destino nelle proprie mani. I tempi in cui potevamo fare pieno affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo. Questo ho capito negli ultimi giorni". Così si è espressa in un comizio elettorale Angela Merkel dopo il G7 di Taormina, che ha sancito come ormai tra i due Paesi anglosassoni e l'Unione Europea ci sia più di un oceano.
Ma a che titolo la cancelliera tedesca parla a nome di tutta l'Europa? Ha avuto forse una delega? Oppure, al motto di "Deutschland uber alles" ha già il completo controllo della UE, dopo il bacio della pantofola di Macron?
A questo punto, è chiaro che il Paese con maggiore surplus del mondo - in violazione delle stesse regole che impone agli altri - ha di fatto dichiarato guerra (economica, per carità) alle due superpotenze finanziarie anglosassoni. Probabilmente è solo un attacco preventivo, prima che arrivino le già annunciate sanzioni USA alla UE dell'asse franco-tedesco.
Preoccupa però il fatto che Berlino abbia ventilato un piano di riarmo nucleare, che in genere non è il miglior viatico per riconciliare una questione. Ma questi non cambieranno mai, e tra un po' parleranno di spazi vitali per la loro economia, anche se Merkel si è portata avanti affermando che "dobbiamo combattere per il nostro futuro".
Peraltro, in questa guerra probabile economica, con chi si schiererà l'Italia? Con la Germania dell'austerity anche questa volta? Nelle ultime due occasioni non ha portato molto bene.
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