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31/05/2017

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Le aziende italiane spendono meno in marketing che in formazione

Franza (Technical Hunters): le difficoltà del mercato del lavoro, con un'offerta limitata di professionisti ad alta specializzazione, hanno spinto le imprese a sperimentare nuove strategie per far crescere e trattenere i migliori talenti

"In molte aziende italiane, soprattutto quelle multinazionali, gli investimenti in formazione, assessment e coaching hanno superato quelli relativi al marketing: il che è sorprendente se pensiamo alla differenza tra il costo di un corso di formazione e quello di una campagna di pubblicità, per esempio", spiega Emanuele Franza, senior manager Technical Hunters. "È un processo in corso già da diversi anni, ma nel 2017 le aziende italiane hanno speso, per queste attività, tra il 40% e il 100% in più rispetto all'anno precedente".
La cultura del training e dell'assessment ha avuto un forte sviluppo in tempi recenti, soprattutto a causa di un mercato del lavoro competitivo e alle conseguenti difficoltà nel reperire profili adeguati per posizioni tecniche e specialistiche. Per far fronte a questa situazione, le aziende hanno iniziato a investire maggiormente sulle risorse interne, attraverso processi di valutazione, formazione ed empowerment.
"Le difficoltà del mercato del lavoro, con un'offerta limitata di professionisti ad alta specializzazione, hanno spinto le aziende italiane a sperimentare nuove strategie per far crescere e trattenere i migliori talenti, spesso importando competenze ed esperienze dai Paesi anglosassoni e scandinavi", aggiunge Franza.

"Abbiamo importato prima di tutto la cultura del training e dell'assessment, importando poi anche le metodologie e gli strumenti, come ad esempio le logiche del team building (giornate dentro e fuori azienda dedicate a questo, tramite attività di aula o ludico - formative), o anche l'Extended Disc, un software per l'assessment molto diffuso in Scandinavia, nel Regno Unito e negli USA che sta prendendo piede anche in Italia e che Technical Hunters utilizza tra i suoi strumenti di assessment insieme a Giunti e ad altri".
In questo scenario, un ruolo centrale lo hanno assunto i processi di assessment, che consentono di valutare scientificamente il comportamento e il potenziale dei dipendenti e, quindi, di indirizzarli verso i ruoli più adatti a loro. Questo tipo di investimento porta vantaggi economici alle aziende, ma genera anche un aumento della soddisfazione e della motivazione dei dipendenti, una riduzione del turnover e un maggiore commitment.
"Per la valutazione del potenziale si utilizzano test di varia tipologia", continua Franza: "si va dal classico ?Basket Test', relativo all'organizzazione del lavoro e alla soddisfazione del cliente, a quelli più specifici, come il ?Sales Potential Test', che misura il potenziale commerciale, o ?l'Extended Disc', specifico per l'analisi comportamentale.


Dopo la valutazione, si passa ai processi di formazione e coaching, che consentono di intervenire anche sulle aree di miglioramento delle persone, in funzione delle responsabilità a cui sono destinate".
 


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