Azionario giapponese: nel 2017 ottimismo, ma selettivo
Ciganer (T. Rowe Price): Per chi crede al miglioramento del ciclo di crescita globale, quello del Sol levante è uno dei Paesi che maggiormente ne beneficerà nel 2017-2018
Nel 2016, i mercati hanno ricordato agli investitori la natura altamente ciclica dell'azionario giapponese, con il sentiment che è cambiato di pari passo con le attese sulla crescita globale. I listini, alla fine, hanno registrato solidi guadagni, ma molti investitori non credono fino in fondo al trend di crescita che li ha guidati di recente. In effetti, la "battaglia" tra ottimisti e pessimisti continua da almeno due anni, con la maturazione del ciclo dell'azionario, e non sembra destinata a concludersi nel 2017. Per chi crede al miglioramento del ciclo di crescita globale, il Giappone è uno dei Paesi che maggiormente ne beneficerà nel 2017-2018. Oggi, si tratta più di una storia di investimento ciclica: le inefficienze di mercato e i cambiamenti strutturali creano vere opportunità per gli investitori disposti a guardare al lungo termine, al di là delle influenze macro contingenti.

Le valutazioni restano di sostegno
Guardando alle diverse metriche di valutazione, l'azionario giapponese continua a essere non costoso rispetto agli altri principali mercati, soprattutto su alcuni parametri. Ciò indica che non tutte le notizie positive riguardo al Giappone sono state prezzate nelle valutazioni, specialmente se ottimistiche circa le prospettive. Inoltre, è in essere da tempo anche una storia di investimento legata al ritorno sul capitale. Catturata a livello di singolo titolo, può essere fonte di alpha, mentre, a livello di mercato, ha aiutato a spingere i livelli del ROE (Return on Equity) giapponese sopra quelli europei, per la prima volta in quasi trent'anni. Si tratta di un vero cambiamento a livello delle società, che sta iniziando ad attrarre l'attenzione degli investitori.
Nonostante ciò, bisogna notare che i forti progressi compiuti dai mercati azionari globali dalle elezioni presidenziali americane di novembre scorso hanno sì creato opportunità, ma anche rischi, soprattutto per le aree dei mercati maggiormente sensibili a livello economico. Sebbene gli indicatori fondamentali stiano generalmente migliorando, l'attenzione degli investitori da novembre a oggi è rimasta focalizzata essenzialmente sul supporto dei politici alle prospettive di crescita. Le valutazioni sono cresciute di riflesso, ma vi è il rischio concreto di delusioni nel 2017, nel caso in cui la realtà dovesse contraddire la retorica politica.
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