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19/04/2017

economia

Azionario giapponese: nel 2017 ottimismo, ma selettivo

Ciganer (T. Rowe Price): Per chi crede al miglioramento del ciclo di crescita globale, quello del Sol levante è uno dei Paesi che maggiormente ne beneficerà nel 2017-2018

Nel 2016, i mercati hanno ricordato agli investitori la natura altamente ciclica dell'azionario giapponese, con il sentiment che è cambiato di pari passo con le attese sulla crescita globale. I listini, alla fine, hanno registrato solidi guadagni, ma molti investitori non credono fino in fondo al trend di crescita che li ha guidati di recente. In effetti, la "battaglia" tra ottimisti e pessimisti continua da almeno due anni, con la maturazione del ciclo dell'azionario, e non sembra destinata a concludersi nel 2017. Per chi crede al miglioramento del ciclo di crescita globale, il Giappone è uno dei Paesi che maggiormente ne beneficerà nel 2017-2018. Oggi, si tratta più di una storia di investimento ciclica: le inefficienze di mercato e i cambiamenti strutturali creano vere opportunità per gli investitori disposti a guardare al lungo termine, al di là delle influenze macro contingenti.

Le valutazioni restano di sostegno

Guardando alle diverse metriche di valutazione, l'azionario giapponese continua a essere non costoso rispetto agli altri principali mercati, soprattutto su alcuni parametri.

Ciò indica che non tutte le notizie positive riguardo al Giappone sono state prezzate nelle valutazioni, specialmente se ottimistiche circa le prospettive. Inoltre, è in essere da tempo anche una storia di investimento legata al ritorno sul capitale. Catturata a livello di singolo titolo, può essere fonte di alpha, mentre, a livello di mercato, ha aiutato a spingere i livelli del ROE (Return on Equity) giapponese sopra quelli europei, per la prima volta in quasi trent'anni. Si tratta di un vero cambiamento a livello delle società, che sta iniziando ad attrarre l'attenzione degli investitori.
Nonostante ciò, bisogna notare che i forti progressi compiuti dai mercati azionari globali dalle elezioni presidenziali americane di novembre scorso hanno sì creato opportunità, ma anche rischi, soprattutto per le aree dei mercati maggiormente sensibili a livello economico. Sebbene gli indicatori fondamentali stiano generalmente migliorando, l'attenzione degli investitori da novembre a oggi è rimasta focalizzata essenzialmente sul supporto dei politici alle prospettive di crescita. Le valutazioni sono cresciute di riflesso, ma vi è il rischio concreto di delusioni nel 2017, nel caso in cui la realtà dovesse contraddire la retorica politica.



Ottimismo, ma selettivo

Lungo lo spettro che separa lo scenario migliore e quello peggiore per il Giappone, le nostre aspettative per il 2017 si collocano al momento al centro. Da una prospettiva valutaria, riteniamo che lo yen rifletta in maniera ragionevole sia lo stato attuale dell'economia sia la direzione di breve termine. Inoltre, sembra esserci in effetti in atto nell'economia globale un cambiamento positivo e reale. Il nostro convincimento in tal senso si ritrova nei nostri portafogli, dove abbiamo sovrappesato i titoli che a livello di ciclo beneficiano dei livelli degli utili, soprattutto nel settore degli strumenti di precisione, esposto alle esportazioni. Siamo poi positivi su alcune aree dell'economia domestica, come il comparto dei servizi IT. Allo stesso tempo, preferiamo evitare alcuni segmenti a larga capitalizzazione, specialmente quello bancario e delle autovetture, che al momento attraggono alcuni flussi importanti, soprattutto a causa delle allocazioni di fondi passivi ed ETF. In questi settori, non riteniamo che il contesto di sovraccapacità di produzione, titoli azionari con movimenti dei prezzi efficienti e mancanza di potere di pricing siano cambiati concretamente grazie al cambio di Amministrazione negli USA.



Durante periodi di transizione economica e di mercato, i flussi dei capitali spesso muovono i prezzi azionari più velocemente dei fondamentali, e può essere difficile evitare di essere trascinati dal sentiment che spinge questi movimenti. In effetti, la volatilità tradizionalmente più elevata dell'indice Topix rispetto agli altri indici principali riflette l'esposizione del Giappone al trading di breve termine e ai flussi di capitali passeggeri. Di conseguenza, un elemento di successo di lungo termine nel mercato nipponico è la capacità di essere attentamente contrarian in questi periodi estremi.

Un'economia altamente ciclica

Se gli ultimi 12 mesi ci hanno insegnato qualcosa è che, prima di tutto, il Giappone resta un'economia altamente ciclica, e ciò tende a riflettersi nella volatilità del mercato azionario. Questa valutazione conferma poi l'importanza di essere selettivi, con un approccio di investimento attivo e di lungo termine. Le prospettive 2017 del Giappone sono incoraggianti per gli investitori pazienti, che sono selettivi e che si concentrano sulle imprese di alta qualità, orientate alle esportazioni, e sulle società esposte alle aree più solide dell'economia locale.




Archibald Ciganer, gestore del fondo T. Rowe Price Japanese Equity, T. Rowe Price

 


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