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29/03/2017

digital

eProcurement: come cambia ai tempi dei millennials

Perego (SynerTrade): occorre adottare una tecnologia abilitante che sia data driven, social e fruibile da mobile, per essere utilizzata ovunque e in qualsiasi momento sia dall'azienda che dai fornitori

Ogni progetto deve tenere ben presente in che momento e contesto anche socioculturale prende forma. L'avvento della digital transformation pone sfide impegnative alle aziende, a partire dalla necessità di capire che cosa vogliono realmente i millennials, le loro esigenze e richieste; questa comprensione è fondamentale per poter prevedere uno strumento tecnologico adeguato.
Per arrivare a definire cosa la tecnologia ideale deve comprendere, ritengo necessario partire dal concetto di "Nexus of forces", introdotto da Gartner per spiegare i profondi cambiamenti che lo scenario tecnologico oggi sta affrontando con la convergenza di quattro forze, ognuna delle quali è di per sé disruptive, ma dove la potenza dirompente nasce proprio dall'unione: si tratta dei social, dell'accesso mobile, del cloud e dei big data.
Queste quattro forze abilitano nuovi modelli di business e apportano numerosi cambiamenti allo scenario complessivo, in primo luogo nella modalità con la quale i consumatori si interfacciano con l'azienda. Sempre più tramite applicazioni, con servizi facilmente fruibili che risiedono in cloud, con uno sharing diffuso delle informazioni e un'agilità maggiore che cambia profondamente anche le modalità di pagamento redendole più facili.


I millennials oggi sono iperconnessi, amanti dell'easy to use e preferiscono l'utilizzo al possesso. Ad esempio affittano la casa, non la comprano. Usano il car sharing, non acquistano la macchina. Non comprano i CD, utilizzano Spotify. Questa facilità d'uso la ricercano in tutto quello che utilizzano, senza leggere le istruzioni ma preoccupandosi del problema quando sorge con un approccio top down. Le tecnologie vincenti e moderne devono rispecchiare queste caratteristiche.

Il Nexus of force del Procurement

Anche il CPO (Chief Procurement Officer) deve tenere ben presente queste quattro forze e stare al passo con il cambiamento, perché i social, l'accesso mobile, il cloud e i big data si ripercuotono profondamente anche sul Procurement; ogni forza in maniera diversa, chiaramente, con la necessità di soppesare il suo valore in base agli obiettivi che l'azienda si pone.
Ad esempio, se l'obiettivo dell'azienda è ridurre sempre di più il time-to-market, il responsabile degli acquisti deve avere una visibilità in tempo reale con informazioni "pronte all'uso" quando si trova a dover analizzare il parco fornitori o il rischio ad esso associato.


Anche il processo di selezione dei fornitori deve diventare più semplice per essere più rapido. Da questo punto di vista, nel momento in cui viene creato un ambiente collaborativo e social sia all'interno sia all'esterno dell'azienda, si facilita il time-to-market.
Ottenere tutto questo però sarebbe impensabile senza adottare una tecnologia abilitante che sia data driven, social e fruibile da mobile, per essere utilizzata ovunque e in qualsiasi momento sia dall'azienda che dai fornitori, quindi sia all'interno che all'esterno, con caratteristiche che rispecchiano le esigenze di oggi.

Il Procurement sulla via della digital transformation

Anche nel eProcurement, come negli altri processi fondamentali per la digital transformation dell'azienda sarà necessario partire con una fase di pianificazione, che vede la definizione dei KPI e degli obiettivi, seguita da una fase di azione, che tenga presente come la generazione moderna sia abituata a dare feedback immediati.
Oggi, implementando in azienda un progetto di digital transformation del Procurement è importante mantenere aperto il confronto e misurare sempre i miglioramenti in atto, perché, anche nel settore degli Acquisti, la digitalizzazione non è un fine o un obiettivo di per sé ma un nuovo punto di partenza.


Infine sarà necessario comunicare agli stakeholders i cambiamenti e formare le persone all'utilizzo.
Ritengo, quindi, in generale ma anche nello specifico nel nostro settore, che una tecnologia per stare al passo con la nuova rivoluzione industriale digitale debba essere:
1. Facile da installare e implementare, quindi meglio cloud o ibrida, cloud e on-premise;
2. Sicura e multipiattaforma;
3. Basata sulle application, e soprattutto su quelle mobile;
4. Multilingue;
5. "Leggera", e quindi non ripercuotersi troppo sull'hardware ed essere a prova di bug;
6. In continuo aggiornamento ed evoluzione;
7. Dotata di un database unico;
8. Social per definizione.
Concludendo, se i millennials non accettano uno schermo in bianco e nero quando entrano in un'azienda, non accetteranno mai nemmeno un software troppo rigido. Vorranno poter essere in grado di comportarsi nell'ambiente lavorativo nello stesso modo in cui agiscono nell'ambiente privato. E questo ovviamente ha e avrà in futuro un impatto sempre più forte sullo sviluppo collaborativo e intuitivo del software, che dovrà essere come i social network.




Sergio Perego, country Manager di SynerTrade
 


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