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Editoriale
Le orecchie d'asino ce le meritiamo
Conigli dal cilindro ne abbiamo? Questa deve essere la domanda che si è posto Padoan in merito alla risposta da dare a Bruxelles sull'aggiustamento dei conti pubblici. Occorre reperire in fretta 3,4 miliardi, per rientrare sotto il 2,3% di deficit imposto dai trattati di Maastricht. E magari trovarli in modo di accontentare gli eurocrati e non deprimere ulteriormente la già asfittica ripresa del Paese. Ma qui non c'è scelta: in così poco tempo o si taglia qualcosa dal bilancio (e quindi a qualcuno arriveranno meno soldi) o si aumentano le tasse (a molti usciranno più soldi dalle tasche). Altra via non c'è. A meno di fare l'ennesimo gioco di prestigio e che la giuria finga di non accorgersene.
Alla fine a questo ci hanno ridotto gli ultimi 4 governi, a mendicare più spesa perché non abbiamo saputo razionalizzare quella corrente. Possibile che dal fiume di miliardi spesi non si riesca a generare qualcosa di diverso dall'assistenzialismo e dei ripianamenti a piè di lista per le Regioni senza uscire dalla continua emergenza? Abbiamo assunto e liquidato una pletora di Commissari alla Spending Review che non sono riusciti a far nulla, causa ignavia (o calcolo elettorale) di chi governava. E adesso, con un debito pubblico praticamente fuori controllo, anche a causa delle mance elettorali, ci toccherà nuovamente indossare il cappello con le orecchie d'asino di chi non sa far di conto e rimpinguare le casse di uno stato idrovora.
E se arriva Katainen al posto di Juncker, stavolta la Troika non ce la leva nessuno.
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